Dal Governo

Regioni benchmark, non si esclude un rinvio della scelta: monta il malcontento tra i governatori

La scelta delle tre Regioni benchmark per il calcolo dei costi standard, annunciata per domani, non è così scontata. La ministra della Salute Beatrice Lorenzin ha confermato che la Conferenza Stato-Regioni deciderà convocata in seduta straordinaria deciderà i tre nomi tra i cinque selezionati dal dicastero: Umbria, Emilia Romagna, Lombardia, Marche e Veneto. Ma rivalità e malumori crescono.

Da una parte c'è il malcontento delle escluse "eccellenti". Come la Toscana. Lo riconosce l'assessore alla Sanità Luigi Marroni: «Certo non nascondo un po' di amarezza. Siamo stati penalizzati da un meccanismo molto burocratico. Prima di tutto si parla solo di costi, non c'è un giudizio complessivo sull'andamento della sanità. Il pre-requisito in base al quale sono state scelte le 5 Regioni è soltanto economico. La valutazione di tipo sanitario per noi non è stata fatta, viene fatta in una fase successiva, solo per quelle Regioni che superano il pre-requisito economico». La Toscana rileva inoltre come sia stata penalizzata dall'aver preso il 2011 come anno di riferimento. «L'anno in cui - sottolinea Marroni - eravamo nel pieno della certificazione di bilancio. Eravamo l'unica Regione ad aver intrapreso volontariamente la certificazione di bilancio, e siamo orgogliosi di averlo fatto e di continuare a farlo. Per un soffio non siamo entrati nella rosa delle 5: per 7 milioni, appena uno 0,35».

Dall'altra parte continua sotto traccia il duello in casa leghista tra Lombardia e Veneto , con il governatore veneto Luca Zaia che oggi non ha perso l'occasione fornita dal rapporto sui Lea 2011 per rimarcare gli ottimi risultati della sua Regione. «È una cartina di tornasole da considerare nel nuovo Patto per la salute», ha detto.

E proprio il Patto sarà all'attenzione della Conferenza delle Regioni fissata alle 11 di domani: un incontro inevitabilmente preparatorio all'appuntamento pomeridiano con la ministra. Che potrebbe riservare la sorpresa di un rinvio.