Dal Governo

Lorenzin: «Il 9 settembre riparte il Patto per la salute. Obiettivo: chiudere prima del dibattito sulla legge di stabilità»

«Il tavolo sul Patto della Salute si riapre il 9 settembre. Spero che riusciremo a chiudere questo Patto anche prima che cominci la discussione sulla Legge di Stabilità, così da mettere in campo una reale programmazione degli interventi che le Regioni dovranno fare nei prossimi anni. C'è la volontà di tutti di procedere con tempi celeri perchè siamo naturalmente consapevoli che siamo ancora in una fase di emergenza». Ad affermarlo è stata il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ieri, durante un dibattito alla Festa Democratica di Genova.

I gruppi di lavoro sul Patto decisi prima dell'estate (VEDI) , infatti sono stati convoncati per il 9, 10 e 11 settembre.

E nel Patto, ha chiarito Lorenzin sollecitata dall'assessore alla sanità ligure Claudio Montaldo, «entreranno le fonti di riprogrammazione del riparto, tenendo conto che stanno entrando in vigore i cosiddetti costi standard. Questo cambierà alcune procedure nel riparto dei fondi, non nel quantum, ma nell'individuazione dei criteri - ha chiarito - per affiancare il fondo alla qualità del servizio, ridurre gli sprechi e aumentare l'efficienza dei servizi».


"Con la spesa sanitaria non si può più andare avanti a tagli lineari ma questo non vuol dire che non c'è da recuperare. Gli sprechi, che sono intollerabili in qualsiasi settore, nella sanità diventano orrendi perché si traducono in una mancanza di servizio per una persona sta male, per le persone più fragili".

Poi la prevenzione: «In Italia - ha detto il ministro - si parla poco di prevenzione secondaria e per nulla di prevenzione primaria, che é quasi un tabù. Anzi, quando ne parli ti guardano con sospetto mentre in tutti i Paesi avanzati la vera frontiera é la prevenzione primaria perché solo così possiamo educare cittadini a non ammalarsi».

Infine la sperimentazione animale. Il ministro ha invitato la comunità scientifica «a stare serena perché non ci sono problemi di interpretazione della direttiva Ue e si potrà continuare a fare ricerca, ma con le regole». «Il Parlamento - ha spiegato il ministro - ha votato alcune norme che riguardano il benessere degli animali ma sempre e comunque facendo capo alla direttiva così come è».