Dal Governo

Sempre meno «tutto a tutti»: la sanità nell'aggiornamento al Def

Sempre meno "tutto a tutti": servono prestazioni di livello (quelle che hanno fatto salire il Ssn ai primi posti in Europa). Ma soprattutto cure appropriate e mirate a chi «ne ha effettivamente bisogno».

Poi tra le priorità Patto per la salute, prevenzione, assistenza sul territorio e lotta agli sprechi.

E' questo il cambio di rotta che l'Italia deve affrontare per essere in grado di rispondere alle «sfide assistenziali imponenti in presenza di livelli di finanziamento contenuti in ragione dell'attività di razionalizzazione della spesa svolta in questi ultimi anni», secondo l'aggiornamento al capitolo delle riforme contenuto nel documento di finanza (Def) approvato dal Consiglio dei ministri.

La sanità, quindi, torna tra le priorità del Governo che propone la sua ricetta per il rilancio e il mantenimento dei risultati ottenuti finora e che hanno messo il Ssn «ai primi posto in Europa», si legge nella nota. Ma il modello - è la premessa e la condizione - deve essere ripensato in base ai cambiamenti della società. E per questo gli ingredienti essenziali sono prevenzione e assistenza sul territorio in stretto coordinamento con l'ospedale, lotta agli sprechi, Patto per la salute e responsabilità professionale.

Prevenzione. Gli investimenti devono essere basati sull'evidenza scientifica per rendere sostenibile il Ssn nel medio-lungo periodo. Il nuovo Piano nazionale di prevenzione dovrà prevedere la lotta ai disturbi del comportamento alimentare, alle tossicodipendenze e a tutti i comportamenti a rischio: fumo, dipendenza da gioco patologico, consumo di alcol soprattutto nei giovani.

Nell'ambito della prevenzione rientrano anche il piano nazionale per le vaccinazioni e gli interventi per la sicurezza sul lavoro, ma soprattutto si dovrà prevedere la raccolta sistematica di dati per dare «definitiva attuazione » al fascicolo sanitario elettronico.

Assistenza sul territorio. Deve essere il primo obiettivo della programmazione, rafforzando il legame con gli ospedali in collaborazione con le Regioni per attivare le strutture di assistenza primaria complementari al ricovero.

E del territorio componente importantissima da potenziare è la farmacia dei servizi che avrà «effetti positivi in termini di risparmi finanziari» anche limitando l'uso (improprio) dell'ospedale.

Patto per la salute. Rappresenta «l'accordo finanziario» tra Stato e Regioni e servono per questo rapide «soluzioni condivise» per renderlo subito operativo come «strumento essenziale per migliorare la qualità dei servizi e l'appropriatezza delle prestazioni».

Sprechi. Sono nel mirino soprattutto in tempi di continue riduzioni dei livelli di finanziamento. E il documento prevede nei prossimi mesi una «ulteriore mappatura» specie in alcuni ambiti dove ai costi elevati di alcune prestazioni non corrisponde una elevata qualità dei servizi. In più, insieme alle Regioni saranno rafforzati il monitoraggio dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie e dei Lea e sarà promossa in ogni ambito la trasparenza non solo per potenziare la comunicazione con il cittadino ma anche per il controllo di legalità. Il sistema sanitario dovrà cioè essere sempre più "selettivo", anche ridisegnando il perimetro dei Lea e lo sviluppo dell'Hta.

Responsabilità professionale. Il documento fa esplicito riferimento alla necessità di emanare al più presto il regolamento sulla copertura assicurativa obbligatoria per medici, dirigenti e personale e per quanto riguarda il precariato ricorda gli interventi previsti nel decreto sulla Pa da poco approvato.