Dal Governo

Cosentino (Pd) sul Def: «Quali prestazioni se ne andranno dai Lea?». Lorenzin: «Non si tagliano le risorse né i Lea»

«Nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2013, il ministro dell'Economia Saccomanni propone, per la sanità, insieme alla lotta agli sprechi e alle inefficienze, (giusta, giustissima!), anche l'obiettivo di "ridisegnare il perimetro dei Lea ". E' un'espressione ambigua, figlia forse di un affrettato lavoro di taglia e cuci di documenti preparatori», afferma Lionello Cosentino, presidente Forum Sanità del Pd.

Che pone alcune domande al Governo per eliminare l'ambiguità: «Cosa vuol dire per il Governo "ridisegnare il perimetro dei Lea"? Letteralmente significa che malattie le cui cure sono oggi a carico del servizio sanitario nazionale, da domani non lo saranno più. Ci si domanda dunque, con un pizzico di curiosità: quali sono le malattie per le quali occorrerà pagare per curarsi? La febbre da fieno? La scarlattina? La frattura del femore? E' troppo chiedere al Governo che chiarisca il suo pensiero magari nelle Commissioni parlamentari?»

Nessun taglio ulteriore ai Lea, è la risposta del ministro Beatrice Lorenzin, che conferma le affermazioni fatte nell'intervista a Il Sole-24 Ore (VEDI ). La sua posizione, a fronte dell'ipotesi di «ridisegnare il perimetro
dei Lea» prevista nella nota di aggiornamento del Def (VEDI )è che se è
possibile una revisione dei Lea nel senso di garantire risposte più precise a parità di finanziamenti stanziati, non è invece assolutamente possibile un ulteriore taglio di risorse.

Nella nota di aggiornamento al Def «c'è la presa d'atto che la sanità ha già contribuito con una riduzione della spesa dal 2011 al 2015 di circa 22 miliardi di euro. Il comparto in assoluto più toccato in questi anni. Ma serve - ha detto Lorenzin nell'intervista - un sistema sostenibile, che assicuri a una popolazione sempre più anziana cure appropriate e quell'assistenza sociosanitaria di cui nessuno parla. Vanno pensati nuovi modelli, per un Ssn davvero equo. Questo dice il Def».