Dal Governo

Manovra/ Nuovi tagli alla Sanità: asse ministra-Regioni. Letta: «Basta indiscrezioni». Saccomanni: «Troveremo soluzione equa»

Non dovevano esserci, ma probabilmente come al solito ci saranno: secondola bozza che anticipiamo , la manovra che il Governo si appresta a varare domani sera conterrebbe nuovi tagli lineari al Fondo sanitario nazionale per 500 milioni nel 2014 e per 2,65 miliardi complessivi entro il 2016. Anche se il premier Enrico Letta con un tweet invita alla calma: «Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fatti sulla legge di stabilità. Invito a leggere testo vero del Cdm martedì. Il resto è solo caos...». Intanto da Lussemburgo anche il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, getta acqua sul fuoco: «siamo in contatto con i presidenti delle Regioni e alla fine si troverà una soluzione equa per tutti quanti». E il collega agli Affari regionali, Graziano Delrio, rassicura: «Stiamo lavorando per evitare ulteriori sacrifici alla gente e per evitare tagli agli enti locali e alla sanità».

Sotto i riflettori sarebbero la farmaceutica e i tetti al privato accreditato. E il rebus tagli ha avuto il merito di creare un insolito asse tra ministero della Salute e Regioni. «Mi batterò come una leonessa, altri tagli non sono possibili», ha commentato subito la ministra Beatrice Lorenzin.

Mentre il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha ribadito quanto va affermando da giorni : «Altri tagli sarebbero insostenibili. Il Governo deve rispettare i patti». In serata Errani ha aggiunto di non voler seguire le indiscrezioni. «Le nostre considerazioni sulla prossima legge di stabilità - ha spiegato - si basano esclusivamente su irrinunciabili impegni che il Governo ha assunto e ha ribadito a più riprese, da ultimo anche durante la riunione di insediamento per il nuovo Patto per la salute. Alla luce di questi impegni esamineremo poi il testo definitivo». La salvaguardia del Fondo sanitario, con l'implementazione dei due miliardi per la copertura dei ticket, è per il presidente delle Regioni «un atto indispensabile per il mantenimento della qualità dei servizi sanitari forniti ai cittadini. Si tratta, insomma, di risorse necessarie per difendere il sistema sanitario nazionale che ha già dato in questi anni il maggior contributo agli obiettivi di risanamento della spesa pubblica».

Gli hanno fatto eco compatti gli altri governatori. Catiuscia Marini (Umbria) ritiene «non più tollerabile che tecnici e consulenti del Governo, nel chiuso delle stanze ministeriali, ipotizzino tagli alla sanità senza porsi prima di tutto il problema delle risposte che la sanità pubblica deve garantire alla salute dei cittadini». Duro Nichi Vendola (Puglia): «Cresce la povertà, milioni di pensionati esercitano con sempre più difficoltà il diritto alla salute e il Governo in carica immagina di reperire le risorse per la manovra finanziaria tagliando ulteriormente i finanziamenti al sistema sanitario nazionale?». Nicola Zingaretti (Lazio) cinguetta su twitter: «Non si può togliere l'Imu a chi ha case di lusso e poi tagliare posti letto negli ospedali. Se il Pd esiste ancora impedisca questo scempio». Claudio Burlando (Liguria) avverte: «Se il Governo pensa di tagliare le tasse aumentando le spese delle istituzioni locali queste dovranno mettere nuove tasse e siamo daccapo».

La Sardegna chiede lo stop ai tagli ma si dice già pronta: «Nessun nuovo taglio alla sanità sarà tollerato - sottolinea l'assessore regionale della Sanità Simona De Francisci - ma se da Roma si dovesse perseguire questa strada la Regione Sardegna è già avanti sulle misure richieste sul fronte dell'ottimizzazione dei costi sanitari, tra cui il contenimento della spesa farmaceutica e le gare centralizzate per l'acquisto dei farmaci». Preoccupata Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia: «Se ci sono tagli di queste dimensioni, per quanto riguarda la nostra quota parte, qualche preoccupazione, certamente c'è».

Indignazione è stata espressa dal Governatore del Veneto, Luca Zaia: «E' immorale che si ricominci a parlare di tagli alla sanità. Siamo di fronte a una manifestazione di inciviltà per il solo fatto di parlarne, ben sapendo che sarebbero fatti contro tutti e non con il coraggio civico e politico di rivolgersi a chi spreca, a chi ha sprecato e continuerà in questo modo a sprecare». E Stefano Caldoro, presidente della Campania, una delle Regioni con il piano di rientro, sottolinea: «È seriamente in discussione il diritto alla salute. La Campania in particolare non si può permettere ulteriori riduzioni dei trasferimenti: siamo la Regione più penalizzata dalla ripartizione del fondo sanitario in virtù di regole anacronistiche che non hanno riscontro in nessun Paese occidentale. È opportuno che il Governo ne tenga conto di questo».

«Nessun taglio alla sanità: la nostra è la linea del Piave è una questione di vita o di morte», sostiene il governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi. «Le Regioni non possono accettare alcun taglio». E Roberto Maroni, presidente della Lombardia, dice di rabbrividire «di fronte all'idea che la sanità venga tagliata: siamo già ridotti all'osso e qualunque taglio rischia di tagliare i servizi: mi auguro davvero che il Governo non faccia i tagli».