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Legge di stabilità, Federspecializzandi: «No a tagli lineari ai tempi delle scuole di specializzazione»

No a "tagli lineari" alla durata delle scuole di specilizzazione. La reazione è di Federspecilizzandi che critica duramente la modifica apparsa nella prima bozza della legge di stabilità, con cui si modifica il decreto ministeriale del 1 agosto 2005, riducendo, a partire dall'anno accademico 2014/2015, la durata delle scuole di specializzazione di cinque anni a quattro anni.

FederSpecializzandi, pur ritenendo necessaria, come già dichiarato nelle scorse settimane, una riforma della formazione specialistica in Italia secondo principi di qualità della formazione e della sua sostenibilità economica, ritiene «assolutamente inaccettabile che la scure del ministero dell'economia si abbatta linearmente sulla durata delle scuole di specializzazione».

«Questo taglio - speiga la Federazione - oltre a non essere preceduto da alcuna rivisitazione degli ordinamenti didattici in termini di aggiornamento delle competenze necessarie per conseguire il diploma di specializzazione e di obiettivi formativi attraverso i quali acquisire queste competenze, produrrebbe anche il nefasto effetto di rendere alcuni diplomi di specializzazione non riconoscibili nel resto dei paesi europei, essendo in contrasto con le tempistiche minime contenute all'interno della circolare europea 2005/36/CE».

Secondo Federspecializzandi, dato che i tagli si applicherebbero a partire dall'anno 2015 (nel 2013 è iniziato, per le scuole di specializzazione, l'anno accademico 2012/2013) e quindi senza risparmi immediati, «non si comprende il motivo della misura improvvisa quando vi sarebbe tutto il tempo per portare avanti, nei prossimi mesi, una seria e rigorosa riforma della formazione specialistica italiana, da applicarsi il prima possibile, che preveda l'identificazione dei profili specialistici realmente utili al Ssn, la costruzione di percorsi di formazione e di valutazione in grado di consentire un'omogenea acquisizione delle competenze che caratterizzano ogni singolo profilo specialistico e, infine, la rimodulazione della durata dei percorsi di specializzazione in funzione dei suddetti aspetti e della sostenibilità economica del percorso di formazione».

Federspecializzandi sottoliena che la decisione di allungare alcuni percorsi formativi a partire dall'anno accademico 2008/2009, oltre a «essere arbitraria», non è stata «attentamente valutata anche in termini di programmazione economica». «Dimostrazione ne è - conclude - il fatto che non appena si è incominciato a pagare le borse degli specializzandi entrati nel loro ultimo anno di specializzazione, in quelle scuole il cui percorso era stato allungato, la mancata programmazione economica dei fondi necessari per assolvere a questi pagamenti e la concomitante crisi economica e finanziaria sta costringendo a un dietrofront allo scopo di recuperare risorse da un capitolo di spesa, la formazione, che dovrebbero essere considerata un investimento per il futuro del nostro Ssn e del nostro Paese e invece viene utilizzato come un salvadanaio da cui attingere risorse in un momento di crisi».

Federspecializzandio chiede invece il massimo impegno da parte del Governo per reperire, nell'ambito della legge di stabilità, i fondi necessari a finanziare un adeguato numero di contratti di specializzazione rispetto al numero di laureati in medicina e chirurgia, «per poter garantire agli aspiranti specializzandi la possibilità di completare il loro percorso di formazione e creare le condizioni necessarie perché possano mettere le competenze sviluppate al servizio del nostro Ssn».