Dal Governo

Disabilità, ecco il piano d'azione della Cooperazione italiana

Progettazione inclusiva, politiche e strategie, accessibilità e fruibiità di ambienti, beni e servizi, aiuti umanitari e situazioni di emergenza, valorizzazione di esperienze e competenze della società civile delle imprese. Questi i punti chiave del Piano di azione sulla disabilità della Cooperazione italiana, presentato oggi alla Farnesina alla presenza del vice ministro degli Affari esteri, on. Lapo Pistelli, del direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo, Giampaolo Cantini, e dei rappresentanti della Rete italiana disabilità e sviluppo (Rids): Pietro Barbieri, Alfredo Camerini, Giampiero Griffo, Francesca Ortali..

Frutto di un processo partecipativo avviato nel 2011 con il tavolo di lavoro Mae/Dgcs-Rids, il Piano conferma l'azione della Cooperazione italiana per l'applicazione dei diritti delle persone con disabilità. Attenzione ribadita anche dal Comitato direzionale di settembre, con l'approvazione di sette progetti promossi da Ong, che grazie a 6 milioni di finanziamento realizzeranno iniziative di inclusione sociale in Albania, Etiopia, Madagascar, Palestina, Ruanda e Sudan.

Il tavolo di lavoro. Presieduto dal Dg per la Cooperazione allo Sviluppo Giampaolo Cantini, ha tenuto oggi la sua prima riunione dopo l'adozione del documento. L'incontro ha permesso di identificare alcune azioni prioritarie che potranno essere avviate a breve e che riguarderanno, tra le altre, attività di informazione, sensibilizzazione, raccolta dati e analisi delle iniziative finanziate dalla Cooperazione Italiana negli ultimi cinque anni. È inoltre previsto l'avvio di tavoli tecnici di lavoro su aspetti specifici quali emergenza e accessibilità con il coinvolgimento di rappresentati delle istituzioni e della società civile che hanno partecipato ai gruppi di lavoro tematici.

I numeri. Le persone con disabilità sono poco meno di un miliardo e rappresentano circa il 15% della popolazione mondiale. Si stima che circa l'80% di loro viva in Paesi in via di sviluppo, dove la condizione di disabilità si associa a povertà, esclusione, discriminazione, con pesanti ripercussioni dal punto di vista sociale, economico, culturale. In caso di conflitti e di calamità, le persone con disabilità sono le prime a soffrire delle gravi conseguenze delle emergenze. Si valuta, inoltre, che tra coloro che si trovano in condizioni di povertà, una su cinque sia una persona con disabilità.
Tra i progetti dalla Cooperazione italiana nel campo della promozione dei diritti delle persone con disabilità merita particolare attenzione l'iniziativa realizzata in Kosovo per l'attuazione del Piano nazionale per la disabilità, che rappresenta una "buona pratica". Altri interventi di rilievo sono stati realizzati in Albania, Sierra Leone e Tunisia.

LA SCHEDA
Cinque i pilastri di linee di intervento di cui si riassumono sinteticamente le azioni principali:
1. Politiche e strategie. Strumenti di programmazione e di monitoraggio delle politiche della disabilità a livello nazionale
- Piano formativo indirizzato a tutto il personale del MAE DGCS e agli enti esecutori di iniziative
- Creazione di un "accommodation fund" che sostenga la promozione e realizzazione di progetti indirizzati alle persone con disabilità, basati sull'approccio a doppio binario
- Finanziamento di un apposito progetto per la creazione di un sistema di monitoraggio
- Identificazione di specifici indicatori utili a misurare l'impatto dei progetti
- Costituzione di un gruppo di lavoro per l'aggiornamento della raccolta sistematica di dati secondo le categorie OCSE – DAC
- Valorizzazione e scambio di conoscenze ed esperienze con le istituzioni italiane, con le agenzie di cooperazione e con le Commissioni per i diritti umani presenti nei paesi partner
- Definizione di una strategia di intervento nei tavoli europei ed internazionali
2. Progettazione inclusiva
- Organizzazione di corsi di formazione per la progettazione inclusiva delle persone con disabilità
- Promozioni di moduli di formazione su "sviluppo, diritti umani e disabilità" nei corsi e master universitari.
3. Aiuti umanitari e situazioni di emergenza
- Costituzione di un gruppo di lavoro del Mae e delle istituzioni competenti per individuare come accrescere le competenze tecniche e le capacità di progettazione per la definizione più accurata dei bisogni e dei diritti delle persone con disabilità in situazioni di catastrofi e disastri naturali
- Introduzione a livello universitario e di master moduli formativi su emergenza e persone con disabilità.
4. Accessibilità e fruibilità di ambienti, beni e servizi
- Rispetto delle norme relative all'accessibilità nei progetti di cooperazione
- Piano di interventi per rendere accessibili le infrastrutture del Ministero Affari esteri
- Accessibilità delle informazioni per le persone con disabilità
5.Valorizzazione delle esperienze e competenze della società civile e delle imprese
- Coinvolgimento nelle varie fasi di progetto delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni
- Azioni di coordinamento delle ONG per la realizzazione di iniziative a livello regionale
- Coinvolgimento del mondo imprenditoriale per le attività relative all'accessibilità di servizi, edifici e trasporti e alla progettazione e realizzazione di contesti lavorativi accessibili