Dal Governo

Lorenzin: «I costi standard vanno subito applicati senza allungamenti dei tempi»

E' stato il Patto per la salute a tenere banco al dibattito organizzato in occasione deella presentazione del rapporto Merdiano sanità 2013 all'VIII Forum Meridiano Sanità di Ambrosetti House (VEDI ).

«Sui costi standard credo che si potrà arrivare ad una soluzione, perché dopo tutti questi anni i costi standard vanno applicati ed è questo il sistema che ci permette di avere una indicazione standardizzata sul riparto del fondo», ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sottolineando come tuttavia bisogna «ovviamente tenere conto delle varie differenze».
Le Regioni, ha spiegato Lorenzin «hanno avuto la proposta di legge sui costi standard, così come è uscita dopo 4 anni di elaborazione lo scorso 25 luglio. Adesso - ha detto - stanno facendo delle valutazioni». La «preoccupazione da parte delle Regioni - ha quindi sottolineato il ministro - è che nella redistribuzione del riparto del Fondo ci siano dei meccanismi rigidi che non permettano alle Regioni che oggi sono in difficoltà di poter migliorare». Riferendosi quindi alla richiesta avanzata da vari presidenti regionali di posticipare la partenza dei costi standard, Lorenzin ha affermato di dover ancora ricevere una proposta dalle Regioni, ma «per me - ha detto - sarebbe un fatto difficilmente spiegabile un ulteriore allentamento dei tempi». Comunque, ha concluso, «vediamo cosa le Regioni hanno da proporci, poiché ancora non abbiamo avuto alcuna indicazione ufficiale».

Sulla riorganizzazione della spesa invece , secondo il presidente della Commissione Affari sociali della Camera Peropaolo Vargiu, è necessario procedere con una «spending review coraggiosa».
«I tagli lineari al Ssn - ha detto - mettono a rischio l'universalità e l'equità del sistema, già traballanti. L'assenza di riforme coraggiose rischia di far saltare in aria il nostro sistema sanitario. Per questo servono una spending review coraggiosa e condivisa e soluzioni innovative figlie di una rivoluzione culturale che scavalchi ogni pregiudiziale ideologica». «Il sistema - ha sostenuto Vargiu - ha davanti a sé due sfide: le nuove domande di salute e le cronicità. Potrà reggere e vincere il confronto se la politica tutta saprà dare una risposta alla crescente esigenza di prevenzione, se saprà riformare le modalità di finanziamento del sistema e introdurre nuovi meccanismi assicurativi, se con norme adeguate sul risk management riuscirà a demolire le ragioni che sostengono la medicina difensiva, oggi grave fonte di spesa inappropriata e improduttiva«. Per decisioni rapide ed efficaci, conclude il presidente della commissione affari sociali, «la politica ha poi bisogno di sistemi di misurazione e di indicatori certi. L'indagine conoscitiva congiunta delle commissioni affari sociali e bilancio ha rappresentato un primo strumento in tal senso e la relazione finale, pronta nel giro di un mese, consentirà di avere una grande quantità di informazioni sulla sanità italiana che consentiranno ai decisori e a tutti gli stakeholder di confrontarsi sulle proposte di cambiamento, di cui é ormai davvero difficile disconoscere l'urgenza».

Bollente il versante farmaci. «Se le indiscrezioni in merito al Patto per la salute (VEDI TUTTI I DOCUMENTI e VEDI LE SINTESI DEI CONTENUTI ) fossero confermate, sarebbero una follia», ha detto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi. «Spero - ha affermato - che non si vada in quella direzione indicata, altrimenti tutti gli sforzi fatti finora risulterebbero vani». Infatti, sulla base delle anticipazioni divulgate, «questo - ha rilevato il presidente di Farmindustria - non può definire un Patto per la salute, bensì un'idea folle: c'è la volontà di accanirsi ancora una volta sul mercato farmaceutico, oltre alla volontà di depauperare l'Agenzia del Farmaco di proprie competenze e la volontà di usare ancora una volta la leva del prezzo per i farmaci».
Riferendosi quindi alla generale sostenibilità del sistema sanitario, Scaccabarozzi ha sottolineato come «se non cresce il Pil, sarà impossibile sostenere le sfide della sostenibilità del sistema, ma soprattutto - ha affermato - è necessario che riprenda la crescita del Paese». Il settore farmaceutico - ha quindi ricordato - è quello che «ha aumento di più la produttività negli ultimi cinque anni». Tuttavia, ha avvertito, «gli investimenti stanno iniziando un trend negativo: l'industria farmaceutica in Italia è cioè su un crinale e sono quindi necessarie delle scelte urgenti». Secondo Scaccabarozzi, bisogna dunque «rendere il settore più attrattivo, tenendo anche conto che all'Itali va il record europeo di vincoli per l'accesso nazionale e regionale ai nuovi farmaci». Probabilmente, ha concluso, «ci sono sicuramente ancora degli sprechi su cui intervenire, e questi vanno cercati, ma laddove ci sono veramente».

«Stiamo pensando a provvedimenti per il credito d'imposta in ricerca e sviluppo», ha spiegato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. Esistono «traiettorie di investimento fondamentali per le economie avanzate - ha sottolineato il sottosegretario - e una di queste è sicuramente rappresentata dalle scienze della vita, dunque farmaci e dispositivi medici in primis».