Dal Governo

Lorenzin a Cottarelli: il Patto è la nostra spending da 30 miliardi in 5 anni

«La nostra spending è il Patto per la salute». A colloquio per circa un'ora in serata di oggi nella sede di Lungotevere Ripa col neo commissario per l spending review Carlo Cottarelli, la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha messo sul piatto i suoi programmi per «riqualificare» la spesa sanitaria. E farla dimagrire. «Il nostro colloquio è stato fondamentale. Cottarelli è rimasto impressionatodall'ambizione del Patto e ha capito che stiamo lavorando sul serio per tagliare gli sprechi», ha dichiarato la ministra. Il conto è presto fatto, nelle ambizioni ripetute già più volte dalla Lorenzin: 30 miliardi in meno nel giro di 5 anni. Anche se non di tagli secchi preferisce parlare, ma di risorse da reinvestire in ricerca, infrastrutture, in più salute insomma. Inevitabile la parola d'ordine del ministro: lotta agli sprechi.

Le scommesse del minist ro
Scommessa ambiziosa. E chissà che ne penseranno le regioni e tutti gli operatori, visto che col Patto si dovranno toccare nervi sensibili come gli ospedali, il personale, i farmaci (e chissà se su questo versante non provvederà già la egge di stabilità all'esame del Senato col maxi emendamento del Governo in arrivo con tanto di fiducia incorporata per la prossima settimana), le cure sul territorio. Ma altre due carte avrebbe in serbo il ministro: l'impiego a largo spettro dell'e-ealth e i costi standard. Solo per la sanità elettronica, gli ultimi studi stimani 12 mld di risparmi una volta che (ma quando?) andrà a regime. Mentre per i costi standard si aspetta la nuova versione del benchmark tra tutte le regioni virtuose con un peridodo di 5 anni di convergenza per quelle in deficit. Altre due scommesse, appunto. A portata di mano, ma solo sulla carta.

Il bisturi su acquisti e personale
D'altra parte Cottarelli lo ha spiegato a chiare lettere al ministro: tutti i ministeri dovranno fare la loro parte con la spending «interna». Dove «interna», non sta per le sole spese del ministero. Anzi. E non a caso due filoni principali "targati Cottarelli" sono il personale e le gare centralizzate per l'acquisto di beni e servizi, riportando la barra nelle mani della Consip. Idea, questa, che Lorenzin coltiva già da tempo. Qualche regione è già avanti, alcune stanno anche proprio di questi tempi alzando il tiro: è il caso della Toscana, che passerà da tre Estav a una sola Estar. Chissà se basterà.