Dal Governo

Regioni benchmark: oggi la disfida Veneto-Lombardia per il terzo posto

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Luca Zaia contro Roberto Maroni. Lega lombarda contro Lega veneta. Lombardia contro Veneto. O Lombardia e Veneto da sole contro tutti? Mentre il Carroccio si conta per le primarie dei padani di sabato 7, in casa della Lega si è aperta un'altra partita.

Una grana vera e propria: chi, tra Lombardia e Veneto, conquisterà il terzo gradino del podio delle regioni benchmark in sanità per il 2013? I biglietti vincenti della lotteria saranno svelati oggi dai governatori di tutta Italia. I giochi infatti sono ancora aperti. Nel senso che l'Umbria (la prima della rosa delle cinque migliori in base ai risultati del 2011) e l'Emilia Romagna (seconda) dovrebbero essersi garantita le prime due piazze. Mentre la terza regione benchmark – una volta eliminate le Marche (terze, ma piccole come l'Umbria) sarà scelta tra Lombardia (quarta) e il Veneto (quinto). Fatto sta che la Lombardia sembra essere in pole position, escludendo quindi il Veneto. Che non ci sta affatto: «O c'è il Veneto o salta il tavolo», ha mandato a dire ruvidamente il governatore Zaia. Una patata bollente in più, oggi, per il parlamentino dei governatori riunito a Roma.

Sia chiaro, però: la partita sembra essere tutta interna al Carroccio, visto che le regioni in mano al centrosinistra non hanno alcuna intenzione di cedere altri posti in classifica. E di fatto Zaia, nel rivendicare la battaglia iperfederalista e il sogno di risparmi ultramiliardi (ben 30, pronostica) con i costi standard a regime, la sua battaglia a Roma oggi la condurrà apparentemente non "contro" la Lombardia, ma pro Veneto. Fatto sta che Umbria ed Emilia sono in mano al centrosinistra. E nessuna delle due ha intenzione di mollare, dopo il sacrificio già fatto cedendo il posto delle Marche (terze e di centrosinistra). Questione anche di principio. E così una delle due regioni governate dalla Lega dovrà suo malgrado rassegnarsi.

E quel «o noi o salta il tavolo» del presidente Zaia che rivendica «questa è una battaglia tutta veneta»? Chissà: spesso, piantata la bandiera ideologica, il Carroccio ha poi smesso di tirare la corda. Ma un fatto è certo: o Lombardia o Veneto, una delle due dovrà farsene una ragione. E poi alzare grandi barricate di parole, sempre buone da spendere in un Paese in campagna elettorale permanente. Anche perché poi, se il tavolo «saltasse», il rischio è che né i lumbard né i veneti finiscano sul podio. E così far rientrare le Marche. Come dire: tutto il centrosinistra a medaglia. Sarebbe una doppia disfatta.

D'altra parte, aldilà delle cifre sui risparmi sparate ad alzo zero dai leghisti sugli ipotetici risparmi da spending e costi standard associati per assestare la cura dimagrante ad asl e ospedali spreconi e ladroni da Roma in giù del Belpaese, non è che il benchmark per il 2013 sposterà chissà quali virgole. Non più di una manciata di milioni su 107 miliardi, si stima. Salvo, è chiaro, innescare quei meccanismi di gestione che potrebbero davvero far cambiare testa e comportamenti ai mala-amministratori. E così si pensa che andrà anche per il 2014, quando si ipotizza di cambiare, considerando un benchmark allargato a tutte le regioni con i conti e gli altri fondamentali in regola nel 2012, se mai passasse la proposta della Toscana ben vista al Nord, ma non al Sud. E neppure, a quanto pare, dal ministero della Salute e perfino da via XX settembre, che poi tiene i cordoni della borsa.

Ma quel che conta, in Italia, sono sempre le medagliette da appuntare sul petto. Vuoi mettere: «Facciamo da benchmark. Cari cittadini, vi diamo buoni servizi». Tanto, prima o poi, si vota. Intanto di sicuro a primavera per le europee.