Dal governo

Faraone (responsabile welfare Pd): «Nella nuova agenda di Governo ticket, Asl e responsabilità dei medici»

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Ticket, asl, responsabilità dei medici: la sanità irrompe nel Patto di Governo. Davide Faraone, responsabile welfare di stretta osservanza renziana, annuncia le proposte del Pd. Basta con un federalismo che non ha funzionato, coi governatori commissari di sé stessi. E stop agli sprechi: la "cura Cottarelli" sulla spending è fin troppo leggera. E un messaggio al Governo? «Non classificabile, ha lavorato con l'impostazione tecnica di chi lo ha preceduto, anche se tutto politico. Ora bisogna cambiare».

Faraone, alle primarie non s'è parlato di sanità: paura di toccare il filo spinato?
La scelta di parcellizzare il Ssn in tante piccole unità, ha creato una deriva negativa. Smarrendo l'unicità di un servizio che deve essere nazionale, con un ruolo forte dello Stato e del ministero.

Basta con un federalismo che non ha funzionato?
Basta. Ma salvando quanto di utile c'è stato nel delegare alle regioni alcune competenze. Ora recuperiamo tanto dal punto di vista nazionale. Le regioni a volte non hanno la maturità ad esempio per accorpare le asl. O per selezionare il management, dove servirebbero strutture esterne di valutazione, con un albo unico dei manager.

Troppo potere alle regioni?
Credo di sì. Può un governatore essere commissario di sé stesso nel piano di rientro? È stato un grave errore. Nei piani di rientro ci sono a volte parametri che con la salute hanno poco a che fare. Il Ssn è molto collegato al Pil, ma troppo poco alla salute. Ci sta, però è diventato un fatto quasi solo di conti.

C'è un problema di sostenibilità del Ssn?
Sicuramente. Ma partendo dal fatto che i tagli lineari non non hanno funzionato. Il problema è che spendiamo malissimo senza una selezione di merito della spesa. Un Governo intelligente sa distinguere sprechi e spese indispensabili.

A quali sprechi si riferisce?
Ai privilegi professionali, allo strapotere della politica, all'autoreferenzialità dei manager. E alle gare d'appalto, ai servizi asl, alle cure fuori regione, alla spesa privata che gli italiani devono subire. Alla corruzione da stroncare davvero. È un elenco incredibile. Serve un intervento straordinario, ci darebbe anche servizi migliori.

Ma presto ci sarà la spending di Cottarelli.
Cottarelli ha fatto una previsione fin troppo bassa: 32 miliardi di risparmi in tre anni sono pochini. Sulla sanità, a patto che i risparmi restino al Ssn, si può intervenire anche pesantemente. Ma attenti: con noi l'universalità non si tocca.

Nel Patto di maggioranza ci sarà la sanità?
Il Pd sta preparando le sue proposte. Il rischio professionale: si può fare in 3 mesi con risparmi notevoli. La riorganizzazione delle asl, che si può fare nell'anno del patto di Governo. In 6 mesi la riforma dei ticket secondo i redditi e l'Isee.

Operazione complicata.
Non è semplice. Ma va fatta, se è vero che si può pagare di più il ticket che la prestazione nel privato. E se è vero che le fasce deboli non sono abbastanza tutelate. Per una forza di sinistra è un tema da agenda di Governo. Come Pd lo faremo.

In sanità la filiera delle imprese vale il 12% del Pil: come valorizzarla?
È vero: è un motore dell'economia. L'unico livello da garantire è che ogni accreditato è parte del sistema e deve funzionare con criteri efficaci. E i cittadini devono avere on line la possibilità di vedere come tutto è svolto, e rispetto a questo scegliere. Non ho preclusioni verso il privato se funziona come, o magari meglio, del pubblico. Quanto alle industrie, rientrano nella discussione sul job act e nelle linee di sviluppo per l'Italia come parte del sistema di sviluppo complessivo del Paese.

Un voto alla Lorenzin?
Nessun voto "personale". Questo Governo può essere finora giudicato come «nc»: non classificabile. La situazione è difficile, ma ha avuto la tendenza a interpretare il suo ruolo con l'impostazione tecnica di quelli precedenti. Mentre ha un presidente politico, ministri politici e pur essendo nato "di larghe intese", non vuol dire che dovesse procedere coi tecnicismi. Bisogna cambiare.