Dal governo

Privacy: sì all'accesso ai dati della figlia non riconosciuta

La madre naturale di una figlia non riconosciuta al momento della nascita e poi deceduta per gravi malformazioni può accedere ai dati clinici della piccola per valutare il rischio procreativo e affrontare una ulteriore scelta riproduttiva consapevole e informata. A prevederlo è una norma del Codice della Privacy in base alla quale il Garante ha accolto il ricorso presentato da una madre dopo il diniego di una struttura ospedaliera.

Dopo il no dell'ospedale che aveva rigettato la sua richiesta di accesso ai dati sanitari della bambina non risultando alcun ricovero di una sua figlia legittima, la donna ha presentato ricorso al Garante privacy. E l'Autorità, nell'accoglierlo, ha ordinato all'azienda ospedaliera, sulla base a una specifica norma del Codice privacy, di consentire alla ricorrente l'accesso a tutti i dati sanitari contenuti nella cartella clinica della neonata.

Il Codice riconosce, infatti, il diritto di accesso ai dati di una persona deceduta anche a "chi ha un interesse proprio", e il Garante ha ritenuto che la ricorrente in qualità di madre, anche solo naturale, della neonata possa legittimamente esercitare questo diritto al fine di disporre di informazioni indispensabili all'accertamento e alle modalità di trasmissione di una patologia genetica di cui potrebbe essere portatrice. E poter così valutare il rischio procreativo e affrontare una ulteriore scelta riproduttiva consapevole e informata.