Dal governo

Fondo sanitario 2013: allarme delle Regioni su un (eventuale) prelievo di 50 milioni per la terra dei fuochi

Dov'è il riparto del fondo sanitario nazionale 2013? I governatori, che hanno "corretto" le somme iniziali della Salute utilizzando circa 430 milioni del fondo di premialità previsto dal federalismo fiscale per bilanciare situazioni di penalizzazione economica in cui si sarebbero trovate con il nuovo modello anche Regioni benchmark (VEDI ), hanno inviato ieri ufficialmente la tabella finale rivista e corretta al ministero della Salute, sottolineando che su quella si è raggiunta l'intesa.

Un invio "forzato" in assenza di convocazioni ufficiali perché il ritardo che sta subendo l'iscrizione all'ordine del giorno delle conferenze per l'approvazione finale preoccupa le Regioni.

Preoccupano i 50 milioni alla «terra dei fuochi» dal Fsn
Al decreto sulla terra dei fuochi, infatti (136/2013 «disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate», ora all'esame dell'aula di Montecitorio nel testo approvato in commissione Ambiente con il n. C. 1885 - A ) durante l'esame della commissione Ambiente sono stati presentati e approvati emendamenti del relatore (avallati dallo stesso ministro della Salute Lorenzini: VEDI ) che per fare spazio ai programmi di diagnostica precoce senza oneri di compartecipazione della popolazione, attingerebbe 50 milioni dal fondo, secondo il meccanismo descritto dalla legge 662/1996 («Misure di razionalizzazione della finanza pubblica»).

Il riferimento della legge è ai fondi vincolati per gli obiettivi di piano, ma la previsione è anche che, in caso questi fossero già impegnati (e lo sono tutti nel riparto 2013, il primo disponibile visto che del riparto 2014 ancora neppure si parla), si possa attingere dalle risorse di parte corrente, che in questo caso devono ancora essere ufficialmente assegnate e nonostante si tratti del riparto 2013 e il "prelievo" sia relativo agli anni 2014 e 2015, la paura dei governatori è che la previsione possa incidere proprio sulle prime somme utili per dare applicazione alla norma, se definitivamente approvata.

Un prelievo che metterebbe di nuovo in gioco il lavoro di lapis dei governatori, fatto per rendere sostenibili le risorse 2013, in attesa - come ha confermato ieri il ministero della Salute Beatrice Lorenzin (VEDI ) - di una modifica del meccanismo di benchmark già da quest'anno. Magari secondo le ipotesi regionali che per calcolare il riparto prenderebbero come riferimento non tre Regioni di cinque considerate virtuose, ma tutte quelle senza piani di rientro e con i conti a posto.

Le previsioni del testo all'esame dell'aula di Montecitorio
Il testo del decreto prevede all'articolo 2, comma 4-quater che «la Regione Campania, su proposta dell'Istituto superiore di sanità, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, definisce, in prima applicazione per il biennio 2014-2015, anche ai fini dei conseguenti eventuali accertamenti, la tipologia di esami per il controllo dello stato di salute della popolazione residente nei comuni, con esclusione dei comuni capoluogo, di cui all'articolo 2 della direttiva dei ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute adottata ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del presente decreto, che risultino interessati da inquinamento causato da sversamenti illegali e smaltimenti abusivi di rifiuti, in esito ai lavori del gruppo di cui all'articolo 1, comma 3, della citata direttiva». E anche che «la regione Puglia, su proposta dell'Istituto superiore di sanità, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, definisce, in prima applicazione per il biennio 2014-2015, anche ai fini dei conseguenti eventuali accertamenti, modalità di offerta di esami per il controllo dello stato di salute della popolazione residente nei comuni di Taranto e di Statte».

E per eseguire gli esami, il comma 4-octies stabilisce che «per l'avvio delle attività di cui ai commi 4-quater e 4-quinquies è autorizzata, per l'anno 2014, la spesa di 25 milioni di euro e, per l'anno 2015, la spesa di 25 milioni di euro, a valere sulle risorse finalizzate all'attuazione dell'articolo 1, comma 34, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, a tal fine vincolate».

Le perplessità del Servizio Bilancio
Sulla previsione è intervenuta la nota trasmessa il 15 gennaio dal Servizio Bilancio dello Stato rilevando, appunto, che la norma prevede "l'avvio di attività" con un onere a valere su somme «già destinate a finalità di spesa a legislazione vigente; attribuite ad enti territoriali dotati di autonomia finanziaria, ossia le regioni e le province autonome».

La norma quindi, secondo il Servizio Bilancio, potrebbe comportare una nuova spesa obbligatoria a carico di somme destinate «a sostenere spese già previste a legislazione vigente (con particolare riferimento all'anno in corso per il quale i programmi di spesa sono già avviati) e indipendentemente dal fatto che lo stanziamento previsto garantisca la sussistenza di disponibilità non altrimenti utilizzate».

E poiché di fatto si prevede, con norma statale, un obbligo di spesa per Campania e Puglia, sarebbe il caso secondo il Servizio Bilancio che si stabilisse un finanziamento autonomo a carico del bilancio dello Stato.

Altra nota è che il finanziamento si rifersice al 2014 e 2015, ma non si indica se dal 2016 «la spesa non risulti più necessaria o semplicemente non sia non quantificata come sembrerebbe dedursi dal fatto che è stata utilizzata l'espressione "per l'avvio delle attività in esame"».

Su questi problemi il Servizio Bilancio ritiene necessario un chiarimento da parte del Governo.

Attenzione alle coperture
Per quanto riguarda le coperture poi, il comma 4-sexies prevede che gli esami previsti siano effettuati senza alcuna compartecipazione alla spesa da parte dei pazienti e su questo, dovendo essere utilizzato il Fondo sanitario nazionale, è ancora una volta «opportuno» secondo il Servizio Bilancio che il Governo «confermi che l'utilizzo di tali risorse non pregiudichi gli interventi già previsti a legislazione vigente a valere sulle medesime risorse».

Infine il Servizio Bilancio fa una annotazione sul metodo utilizzato in passato (per le cellule staminali, ndr) per operazioni analoghe, anche se per importi più ridotti. La formulazione prevedeva che il Cipe, sempre in base alla legge 662/1996, vincolasse un importo pari alla spesa autorizzata «su proposta del ministro della Salute, di concerto con il ministro dell'Economia e delle Finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano». Come dire: le Regioni andrebbero comunque, sempre e preventivamente ascoltate.