Dal governo

Tre anni di piani di rientro: il punto del ministero della Salute sulle otto Regioni interessate. In Piemonte i progressi maggiori, Campania maglia nera

Dal 2009 al 2012 l'ospedalizzazione è diminuita in tutte le otto Regioni alle prese con i piani di rientro, ma quattro Regioni su otto - Lazio, Molise, Campania e Puglia - restano sopra il valore di riferimento stabilito dal Dl 95/2012 (legge 135/2012). Sempre in quattro Regioni - Lazio, Molise, Abruzzo e Piemonte - il numero di posti letto per acuti è ancora superiore al valore di riferimento (3,7 per mille residenti), con un picco di 4,5 letti nel Lazio, a causa «di un eccesso di posti letto per le acuzie». Ma l'inappropriatezza si riduce ovunque. E anche l'erogazione complessiva dei Lea, oggetto di verifica del Comitato Lea, migliora dappertutto, tranne che in Campania dove «si mantiene sotto la soglia di adeguatezza nell'intero periodo considerato».

Il punto sul triennio arriva dall'Ufficio Sistema di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (Siveas) della Direzione generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, nell'ambito delle attività di affiancamento alle Regioni con Piano di rientro. Il Siveas ha appena pubblicato i risultati del monitoraggio sostanziale (erogazione dei Lea e costi) per il periodo 2007-2012 e , per la prima volta, per ciascuna delle Regioni in Piano di rientro (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Puglia e Sicilia) ha reso disponibile una scheda di sintesi della verifica Lea che fotografa i risultati raggiunti nel triennio e il trend 2009-2012. Oltre alla sintesi, sono inoltre pubblicate le schede di dettaglio del monitoraggio sostanziale dal 2007 al 2011, suddiviso in tre sezioni (analisi farmaceutica, analisi ospedaliera, analisi territoriale).

La Regione con più "dischi verdi" (le schede sintetiche mostrano con un "semaforo" i progressi rispetto ai parametri di riferimento) è il Piemonte, le cui uniche criticità sono i posti letto e gli hospice. Quella con più dischi rossi è invece la Campania, che ha ancora molto da lavorare sul fronte dell'assistenza territoriale e in particolare sull'Adi, sui letti in Rsa, sugli hospice e sulle residenze per i pazienti con problemi di salute mentale. Insufficienti anche gli screening, con una quota bassa di residenti che hanno effettuato gli esami programmati, lacuna ben nota presente in tutte le altre Regioni del Mezzogiorno. Che condividono anche (soprattutto Calabria, Puglia e Sicilia), le stesse difficoltà nell'implementazione dell'assistenza territoriale.