Dal governo

Ripartiti i Fondi per la non autosufficienza e per le Politiche sociali. Ma ora le Regioni chiedono un'intesa quadro

di Barbara Gobbi

Ben venga il riparto 2014 dei Fondi per la non autosufficienza e per le Politiche sociali, definito oggi con l'Intesa in Conferenza Stato-Regioni . Ma la posta in gioco, ormai da anni, è un'altra: la messa a punto di un'intesa quadro che ponga fine alla frammentarietà degli interventi e alla logica delle elargizioni-spot, legate al "vento" dell'ultima legge finanziaria. Tanto chiedono gli assessori al Welfare, con un documento che «si configura - spiegano in un comunicato - anche come "Intesa quadro per le Politiche sociali e per le non autosufficienze", preliminare all'intesa prevista all'articolo 13 del Dlgs 68/2011, atta ad individuare i Livelli essenziali delle prestazioni cui lo Stato deve garantire per competenza adeguate risorse».

«Basta con fondi frazionati che non si parlano - affermano il presidente del Molise Paolo di Laura Frattura (che oggi ha presieduto la Conferenza delle Regioni) e l'assessore Lorena Rambaudi (che coordina la commissione Politiche sociali per la Conferenza delle Regioni): vogliamo spendere bene i pochi soldi che abbiamo e poter fare programmazione, senza rincorrere ogni anno lo stanziamento di risorse».

Cinque i macro-obiettivi di servizio individuati dalle Regioni - tenendo presente l'attuale situazione di crisi economica - dopo un lungo lavoro di ricognizione e razionalizzazione delle attività svolte a livello locale, sostenuto anche dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:
- servizi per l'accesso e la presa in carico dalla rete assistenziale
- servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio
- servizi a carattere comunitario per la prima infanzia;
- servizi a carattere residenziale per le fragilità;
- misure di inclusione sociale e di sostegno al reddito (ambiti che possono rispondere bisogni dell'infanzia alle responsabilità familiari, alle persone con disabilità e a quelle non autosufficienti).

Le autonomie locali, pur con esigenze di maggior dettaglio, hanno condiviso la metodologia seguita per l'individuazione dei macro obiettivi e, anche da parte loro, si ribadisce l'esigenza di poter disporre di finanziamenti "certi", in modo da programmare con respiro la stabilità del sistema sociale e sociosanitario per tutte quelle competenze che vanno ad integrarsi con il sistema della salute.

Le Regioni chiedono:
- una stabilità almeno triennale e incrementale a partire dal 2014, dei finanziamenti statali riguardanti – in senso lato - gli interventi sociali, con particolare riferimento al Fondo nazionale per le Politiche sociali e al Fondo per le non autosufficienze, individuando una dimensione finanziaria accettabile per stabilizzare, almeno a un livello minimo gli obiettivi di servizio, quella del 2009 (520 milioni di euro per le politiche sociali e 400 milioni per la non autosufficienza);
b. l'erogazione dei fondi nei primi mesi dell'anno, in vista di una programmazione triennale/annuale dei servizi;
c. la valorizzazione concreta di politiche integrate, anche con l'apporto di altri ministeri (Salute e Lavoro);
d. un maggiore coinvolgimento dei Comuni.

Infine, le Regioni concordano sulla necessità di individuare per le politiche sociali indicatori di bisogno, articolati per le macro-aree degli obiettivi di servizio, sulla definizione di costi standard e sull'implementazione del Sistema informativo dei servizi sociali.la valorizzazione concreta di politiche integrate, anche con l'apporto di altri ministeri sotto il profilo della Salute (nuovo Patto per la Salute) per tutte le fragilità e per la non autosufficienza, sotto il profilo del Lavoro.