Dal governo

Spending review: Regioni al contrattacco

Governatori al contrattacco - al termine della Conferenza delle Regioni - sul piano di spending review di Carlo Cottarrelli (VEDI ). Le Regioni hanno già dato, ricorda il governatore lombardo, Maroni, e i risparmi messi a segno dal settore dovranno restare in ambito Ssn, ribadiscono il presidente della Conferenza delle Regioni Errani, e dell'Umbria, Marini. Anche perché, ricorda l'assessore alla Sanità veneta Coletto, qualsiasi ulteriore taglio vanificherebbe i benefici proodtti dai costi standard.


Lombardia. «Dal 2009 al 2013 le Regioni - sottolinea il governatore della Lombardia, Roberto Maroni - hanno ridotto la spesa del 38%, lo stato solo del 13%. Quindi prima di toccare la sanità e le Regioni ci penserei bene».

E il presidente lombardo avverte: «non è che adesso arriva un fenomeno che decide come spendere i soldi della sanità che sono gestiti dalle Regioni, che hanno creato sistemi efficienti, alcuni, e in via di miglioramento, altri».

Veneto. E il sistema è ormai al limite della sostenibilità. «Qualsiasi ulteriore taglio, piccolo o grande, sulla sanità - spiega l'assessore alla Sanità del Veneto, Luca Coletto - equivarrebbe a vanificare i benefici effetti dell'applicazione dei costi standard. La sanità è l'unico settore che è riuscito ad arrivarci ed è fondato il timore che i tagli agli sprechi che ne deriveranno servano a sostenere altri settori spreconi». «Con un deprecabile calo del budget complessivo - aggiunge Coletto - si andrebbe a incidere sui servizi offerti alle categorie deboli e ai meno abbienti; e si contrarrebbe la premialità per le Regioni con i conti in ordine, come il Veneto, mentre bisogna intervenire dove ancora la spesa è fuori controllo e spingere altri settori, come ad esempio il trasporto pubblico locale, a indirizzarsi verso i costi standard, determinati secondo criteri e fabbisogni specifici di ogni ambito». «Non è possibile - ha concluso Coletto - che si vada a toccare l'unico settore nel quale si è riusciti con grandi sforzi a realizzare lo spirito della riforma del Titolo V della Costituzione con scelte concretamente federaliste».

Emilia Romagna. «E' fondamentale e irrinunciabile che anche con la spending review - afferma il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni Vasco Errani - le risorse risparmiate siano reinvestite in sanità, uno dei comparti in cui l'innovazione tecnologica e scientifica necessitano grande impegno». «L'architrave - ricorda Errani - è il patto della salute, in fase di elaborazione conclusiva».

Liguria. «I risparmi in sanità vanno fatti e ci sono ancora dei margini -dichiara l'assessore alla Sanità della Liguria e presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Claudio Montaldo - il Patto della Salute sarà lo strumento con cui li individueremo. Ma i risparmi in sanità devono finanziare i Lea, che potranno costare di più perché ci sono nuovi bisogni di salute, e devono finanziare l'innovazione per tenerla al passo con i tempi».

Umbria. «Già con il ministro Lorenzin - sottolinea la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini - in sede di definizione dei costi standard, abbiamo detto che gli obiettivi di gestione e l'applicazione dei costi standard devono servire a recuperare risorse che restino però nel Servizio sanitario nazionale. Non si può pensare che le risorse razionalizzate vadano ad altri settori».

Campania. «La sanità non può perdere un euro - sottolinea il governatore della Campania, Stefano Caldoro - si deve spendere meglio, ma sul diritto alla salute, che deve essere uniforme, non si possono fare risparmi in termini di risorse, sono già poche. Ci sono altre aree sulle quali intervenire e risparmiare, a partire dai costi della politica».