Dal governo

Via libera di Palazzo Chigi al nuovo Senato e Titolo V: allo Stato restano Lea, norme generali sulla salute e professioni intellettuali

di Manuela Perrone

Consiglio dei ministri ricco, quello di oggi: dal Governo via libera all'unanimità alla riforma costituzionale del Senato e del Titolo V (quiil testo approvato , qui la sintesi del Ddl e qui le slide ). Varato da Palazzo Chigi anche il decreto legge che proroga di un anno l'addio agli ospedali psichiatrici giudiziari .

Senato, si cambia
«Cambieremo e io credo che ce la faremo: chi si oppone al cambiamento è minoranza». Così il premier Matteo Renzi ha commentato l'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, della riforma del Senato e del Titolo V. Che tanto ha fatto discutere negli ultimi giorni, con il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, che aveva invitato a rivedere l'idea di una Camera non elettiva. Nessun passo indietro dall'Esecutivo. Quattro i paletti mantenuti, come ha spiegato il presidente del Consiglio: «No al voto di fiducia, no al voto sul bilancio, no all'elezione diretta dei senatori, no all'indennità per i senatori». Con un risparmio, per Renzi, anche sui costi degli uffici e con una semplificazione generale delle procedure.

I componenti saranno 148
Rispetto alla bozza di lavoro del 12 marzo le principali differenze sono state illustrate dalla ministra delle Riforme Maria Elena Boschi. La nuova Camera si chiamerà «Senato delle autonomie» e avrà 148 componenti, tutti senza indennità aggiuntive. Tra loro ci saranno anche 21 cittadini rappresentanti della società civile nominati dal presidente della Repubblica, per la durata di sette anni, che abbiano onorato l'italia per meriti in campo sociale, artistico, letterario o scientifico.

Regioni e Comuni, composizione paritaria
Del nuovo Senato non elettivo faranno inoltre parte i presidenti delle Giunte regionali e delle Province di Trento e Bolzano; i sindaci dei Comuni capoluogo di Regione e di Provincia autonoma; due membri eletti tra i componenti del Consiglio regionale (con voto limitato); due sindaci eletti dai sindaci della Regione (con voto limitato). La composizione resta paritaria tra rappresentanti delle Regioni e dei Comuni ma «c'è disponibilità - ha precisato Boschi - a discutere della possibilità di una composizione proporzionale al numero degli abitanti di ciascuna Regione purché si trovi un accordo, che ancora non c'è, sulla diversa distribuzione».

Sulle leggi costituzionali manterrà le competenze
La competenza legislativa del Senato resta esclusivamente sulle leggi costituzionali. Potrà inoltre chiedere alla Camera di modificare le leggi approvate, e su tale richiesta la Camera (a cui spetta la parola definitiva) dovrà a sua volta esprimersi entro 20 gironi. Inoltre su alcune materie, «laddove ci sia un parere negativo o proposte di modifica da parte del Senato», la Camera dovrà pronunciarsi a maggioranza assoluta.
Il Bilancio sarà devoluto automaticamente al Senato, il quale per chiedere modifiche al testo «deve votare a maggioranza assoluta». Confermata l'abolizione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel).

Titolo V al rinnovo
Il Ddl elimina le materie a competenza legislativa concorrente (qual è oggi quella della «tutela della salute») per ridurre il contenzioso tra Stato e Regioni. Così tra le materie di esclusiva competenza statale entrano, accanto ai Lea e all'ordinamento delle professioni intellettuali, le «norme generali per la tutela della salute, la sicurezza alimentare e la tutela e sicurezza del lavoro» (i principi fondamentali) e la programmazione della ricerca scientifica e tecnologica. Tutto il resto, in particolare l'organizzazione dei servizi sanitari e sociali, è di esclusiva competenza regionale, insieme a ogni materia non espressamente riservata allo Stato.

"Ghigliottina" e decreti omogenei
Nel Ddl di riforma c'è sia il potere del Governo di chiedere alla Camera il voto su un Ddl entro 60 giorni, cioè la cosiddetta "ghigliottina", sia l'obbligo di «omogeneità dei decreti legge» già previsto dalla legge 400 (sull'attività del governo), che viene così "costituzionalizzato".

L'iter

Il testo di riforma sarà ora incardinato alla commissione Affari costituzionali del Senato. Il premier ha auspicato che il primo via libera arrivi entro il 25 maggio, cioè prima delle elezioni europee. Sulla tenuta del Pd ha tagliato corto: «Non sono preoccupato».