Dal governo

Nuovo Titolo V, i governatori: «E' in serio dubbio lo spazio legislativo regionale»

Va bene l'elezione di secondo grado del Senato che anche le Regioni avevano chiesto. E va bene la partecipazione paritaria di Regioni e Comuni come anche la ridefinizione delle competenze legislative. Come condivisbile è l'apertura sulla composizione proporzionale della rappresentanza delle diverse regioni è rinviata agli accordi che eventualmente ci saranno tra le Regioni e tra le Regioni e l'Anci.

I governatori continuano il loro lavoro sul nuovo Titolo V e affinano il loro parere mettendo nero su bianco in un documento approvato ieri ciò che va e quello che non va. E soprattutto gli argomenti su cui sono stati ascoltati e quelli che invece sono rimasti lettera morta tra le richieste regionali.

E subito il nodo: «Ciò che appare più evidente è, tuttavia, la forte accentuazione (rispetto al testo precedente già ampiamente critico) del processo di riassunzione in capo allo Stato della gran parte delle vecchie competenze concorrenti, così da mettere in serio dubbio l'effettivo spazio legislativo (e amministrativo) regionale», scrivono i governatori. Che aggiungono: «In questo quadro, come detto, tra le questioni più delicate continua a porsi il tema dell'ordinamento locale e delle relative funzioni, nonché della sua collocazione costituzionale».

In questo ambito - che poi è quello previsto dll'articolo 117 - c'è anche la salute.

E se il Governo ha accolto la richiesta regionale sulla soppressione della competenza esclusiva statale sull'urbanistica (resta però quella sul governo del territorio, che in sostanza ben comprende anche l'urbanistica), per il resto non ci sono miglioramenti e anzi le competenze esclusive dello Stato crescono considerevolmente: norme generali per la tutela della salute, ordinamento degli enti locali, delle forme associative e degli enti di area vasta, l'ambiente, beni paesaggistici, perfino attività culturali e il turismo.

Il nodo più critico della riformulazione secondo le Regioni il riaccentramento alla competenza legislativa esclusiva dello Stato l'ordinamento degli enti locali, "comprese le loro forme associative", così come "l'ordinamento degli enti di area vasta".

«Si tratta di un elemento troppo importante ai fini delle prospettive future a cui si sta cercando di orientare le scelte legislative attuali ma la determinazione di coloro che contrastano un ruolo regolativo regionale sull'ordinamento locale e sulle funzioni locali è tale da sconfessare persino le scelte che il Parlamento sta compiendo in queste ore sul testo c.d. Delrio, nel quale sappiamo essere affermata la competenza delle regioni sul riordino funzionale della "nuova" area vasta provinciale.
Per non parlare delle prospettive di assetto funzionale che andranno a caratterizzare le Città metropolitane. Il "contro-bilanciamento" a questa centralizzazione di competenza esclusiva statale sarebbe in teoria offerto dal ruolo del Senato nel relativo procedimento legislativo, prevedendo la necessità per la Camera dei deputati che non voglia conformarsi alle modifiche proposte dal Senato di pronunciarsi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti», scrivono i governatori.

Anche in caso di delega alle Regioni di potestà legislativa statale, il testo "ricorda" che la legge deve rispettare - nella disciplina dell'esercizio delle funzioni amministrative - i principi degli articoli 118 e 119. Ed è stata aggiunta la possibilità della delega statale sui regolamenti.

E alle Regioni spetta una competenza che i governatori definiscono «innominata ovvero "generale-residuale" per il perseguimento degli obiettivi politico-territoriali a esse conferite con particolare riferimento "alla pianificazione e alla dotazione infrastrutturale del territorio regionale e alla mobilità al suo interno, all'organizzazione dei servizi alle imprese, dei servizi sociali e sanitari e, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche, dei servizi scolastici, nonché all'istruzione e la formazione professionale"». E su questo le Regioni parlano chiaro: uancora un po' di legislazione concorrente o quantomeno un elenco chiaro non solo delle compteneze dello Stato, ma anche di quelle degli enti locali eviterebbe problemi che dall'incertezza sicuramente potranno derivare.