Dal governo

Stati generali, Lorenzin: «Dai risparmi 900 milioni per i Lea» ma no ai tagli lineari

Con i risparmi in sanità, «possiamo recuperare - tra gli altri - 900 milioni di euro per rifare Lea che sono fermi da dodici anni». Lo ha annunciato la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, aprendo gli «Stati generali della Salute», in programma oggi e domani a Roma. Lorenzin ha tenuto a sottolineare la necessità che il Ssn sia «in grado di dare risposte anche ai malati di malattie nascoste, le demenze, le malattie neuropsichiatriche, e a centinaia di famiglie lasciate sole ad affrontare malattie terribili».
Secondo la titolare della Salute la programmazione è necessaria anche per evitare di dover compiere scelte simili a quelle di alcuni Paesi nei quali gli over 70 non ricevono i medicinali dal servizio sanitario. «Noi - ha spiegato - abbiamo il dovere di dare accesso a nuove medicine a tutti».
L'obiettivo del ministero è far sì che la salute, definita «un bene primario», torni a essere «nuovamente un tema dell'agenda politica. Per fare questo, però, bisogna avere un'idea molto chiara di come sviluppare la sanità, con rigore, con un management appropriato e misurabile con gli obiettivi da raggiungere». Lo strumento è il patto per la salute, grazie al quale «potremo recuperare diversi miliardi di euro, reinvestire nel sistema senza aumentare le tasse - ha aggiunto Lorenzin- noi stiamo lavorando perché non ci siano tagli lineari, è una condizione essenziale per lavorare con certezza di budget». Inoltre - è la tesi della ministra - i tagli lineari «contrastano con un'idea di programmazione efficiente. Noi invece abbiamo bisogno di recuperare risorse attraverso gli sprechi». Lorenzin ha poi ricordato a margine come sia «previsto dalla legge che il budget del Fondo Sanitario Nazionale sia legato al Pil, quindi dobbiamo capire anche l'andamento dell'economia». Potrebbe esserci un taglio da un miliardo? «Su questo - ha detto il ministro - ogni giorno ormai da settimane stiamo facendo il toto-numeri. Ma non mi risulta. Certo, finché non vedo i numeri del ministero, posso solo fare prevenzione».

«Il Servizio sanitario nazionale - ha fato man forte il ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta - è una delle più grandi conquiste che ci sono state in Italia. Tutti i cambiamenti che saranno adottati saranno fatti con estrema cautela». L'obiettivo è «creare un modello di virtuosità condiviso da tutti».

Altro tema caldo, oltre ai finanziamenti, la ricerca, che la ministra definisce «il nostro petrolio. Oggi il settore della sanità vale l'11% del Pil italiano, ma può diventare il 12%. In questi due giorni degli Stati generali cercheremo di capire come rendere attrattivo il Paese».


Lazio, errori sul riparto. «Il Lazio ha un problema riguardo al censimento e ha un problema reale e vero. Io ho fatto una proposta alla conferenza Stato-Regioni per avere un accantonamento di una parte del budget da poter restituire nei prossimi anni, man mano che avremo una quantificazione oggettiva della popolazione laziale». È quanto affermato la ministra Lorenzin a margine degli Stati generali della Salute, riguardo allo «scippo» di 202 milioni di euro di cui ha parlato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sulla ripartizione del Fondo sanitario 2013 dovuto a un errore nel conteggio della popolazione residente del Lazio. Un errore in seguito al quale la Regione si era detta pronta a fare ricorso al Tar. «Ringrazio il ministro Lorenzin - è stata la risposta a stretto giro del governatore Zingaretti - per l'iniziativa che prevede la legittima restituzione dei fondi per il comparto sanitario del Lazio. Non avevamo dubbi in merito alla sensibilità del ministro. I cittadini del Lazio da anni stanno pagando un prezzo alto per poter uscire dal commissariamento della Sanità. I loro sacrifici per un comparto sanitario regionale autonomo ed efficiente, soprattutto ora che si possono toccare con mano i primi importanti risultati e si intravede la fine del tunnel del commissariamento, non potevano essere messi in discussione da valutazioni imperfette, e in via di assestamento, che si stanno ultimando rispetto alla quantificazione oggettiva della popolazione del Lazio. Da parte nostra, assicuro, continueremo sulla strada dell'innovazione e del rispetto dei patti».

L'accesso alle specializzazioni. Un vulnus da sanare, lo ha definito la ministra. «Oggi il problema non sono i quiz di medicina, ma l'accesso alla specializzazione. Questo sistema è stato concepito con il numero chiuso permettendo in seguito la scelta della specializzazione. Ma è in questo punto che c'è un vulnus che va risolto. Oggi su questo tema c'è un mio Ddl, abbiamo ancora un pezzo di giovani medici che sono fuori dalla specializzazione e dobbiamo intervenire», ha spiegato Lorenzin commentando i test di accesso alle facoltà di Medicina e le manifestazioni di protesta che li hanno accompagnati.