Dal governo

Emoindennizzi, ultimatum delle Regioni al Governo: ripristino dei finanziamenti entro maggio o blocco dei pagamenti delle indennità

Emoindennizzi: le Regioni non ce la fanno più a pagare di tasca propria. E danno l'ultimatum al Governo: «In mancanza di accordo con lo Stato, le Regioni e le Province Autonome assumeranno una posizione unitaria, da attuarsi secondo modalità operative omogenee, disponendo l'interruzione del pagamento degli inclennizzi a partire dal 1/7/20 14 e provvedendo ad adire le vie legali per ottenere la restituzione delle somme anticipate a titolo di pagamento degli indennizzi, nonché al fine di far dichiarare l'esclusiva responsabilità statale in ordine a tutti gli oneri derivanti dalla legge 210/1992».

In un docuemnto inviato la scorsa settmana al Governo, i governatori dichiarano di avere già sborsato oltre 500 milioni tra indennizzi e indennità integrativa speciale (Iis) per rispettare le decisioni della Corte Consituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo. E per questo chiedono che entro maggio e non oltre - e una Stato-Regioni straordinaria è fissata per il 22 - non si troverà una soluzione alla situazione attuale dovranno, appunto, interrompere l'erogazione delle risorse.

Ferri corti quindi tra Governo e Regioni sugli indennizzi previsti dalla legge 210/1992 a favore dei soggetti «danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati». Dovuti al fatto che, denunciano le Regioni nel documento, lo Stato dal 2012 «non ha mai individuato e corrisposto le risorse utili al riconoscimento degli arretrati, che spettano a tuffi i soggetti indennizzati a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 293 del 2011».

Le Regioni in questa vicenda ricordano che i loro compiti amministrativi con spese obbligatorie a carico del ministero della Salute rendendole «meri "enti pagatori" delegati al pagamento degli indennizzi, anticipando le risorse necessarie a fronte di puntuale rimborso da parte dello Stato degli oneri sostenuti».

Così, pur in assenza del finanziamento statale, hanno continuato dal 2012 a oggi ad erogare il pagamento degli indennizzi, maturando un credito crescente nei confronti dello Stato che ammonta a oltre 325 milioni per il 2012 e 2013 che «in assenza della copertura finanziaria da parte dello Stato, potrebbe comportare anche una grave responsabilità erariale». Inoltre, per garantire il pagamento degli arretrati dovuti a titolo di rivalutazione dell'Indennità integrativa speciale, il fabbisogno finanziario stimato dalle Regioni ammonta a oltre 200 milioni e per la sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo del 3 settembre 2013 si dovrà garantire il pagamento entro il 3 giugno.

Nel documento le Regioni fissano i paletti degli argomenti su cui vogliono chiarimenti dal Governo in Stato-Regioni e chiedono che :

I) vengano definite e accertate le competenze dello Stato in relazione al finanziamento delle funzioni relative alla legge 210/1992;

2) siano garantiti a favore delle Regioni e Province autonome:
- il rimborso di tutti gli oneri sostenuti per gli anni 2012 e 2013, nonché il ripristino del finanziamento per gli anni successivi;
- il finanziamento degli oneri dovuti per il pagamento degli arretrati della rivalutazione dell'Iis, secondo modalità e calcoli condivisi tra Regioni e Province Autonome e ministeri competenti.