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Vaccino anti-Aids, l'Iss difende Barbara Ensoli: «Tutto lecito»

di Manuela Perrone

La scelta di concedere a una società privata per 18 mesi un'opzione esclusiva di uso dei brevetti Tat «è maturata per non bloccare il programma di sviluppo del vaccino anti-Hiv, disperdendo così i risultati finora ottenuti». E il "dettaglio" che la società in questione (Vaxxit Srl, capitale sociale 10mila euro) appartenga al 70% alla scienziata che dal 1998 studia il vaccino terapeutico, Barbara Ensoli (nella foto), dipende dal fatto che «la sua presenza garantisce maggiori possibilità di reperire i fondi necessari, in quanto la ricercatrice è depositaria di tutto il know how concernente il vaccino».

A una settimana dall'inchiesta del mensile Altraeconomia che ha svelato il caso, l'Istituto superiore di sanità replica difendendo a spada tratta le sue decisioni e la sua ricercatrice.

La delibera del marzo scorso con cui ha concesso l'uso temporaneo dei vaccini - sostiene l'Iss - «è assolutamente coerente con gli orientamenti comunitari e nazionali che raccomandano di valorizzare i risultati delle ricerche pubbliche, trasformandoli in prodotti e servizi, attraverso la collaborazione con le industrie, la concessione di licenze o la creazione di spin-off come da raccomandazione 2008/416/Ce».

La Vaxxit, aggiunge l'Istituto, «è una società nata (perseguendo un modello frequentemente utilizzato in Europa) anche per sostenere con capitali privati le fasi di sviluppo del vaccino i cui costi sono stimati intorno ai 40 milioni di euro». E l'accordo, le cui modalità andranno definite nella prossima riunione del Cda dell'Iss presieduto da Fabrizio Oleari, «lascia i brevetti in capo a Iss e concede alla Vaxxit (senza oneri per l'Istituto) esclusivamente la possibilità di attivarsi per reperire i fondi necessari».

Ma gli interrogativi restano: perché dopo aver investito 49 milioni di euro in sedici anni sulle ricerche di Ensoli si decide di trasferire i potenziali guadagni al privato? Se il vaccino preventivo si è bloccato (facendo evaporare comunque parte di quei fondi), il vaccino terapeutico è attualmente ai test di fase II (quelli condotti sull'uomo, nella specie in Sudafrica).

Con un'interrogazione alla ministra della Salute, la presidente della commissione Igiene e sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, ha sollecitato chiarezza su eventuali abusi, chiedendo «se sia prassi abituale vendere a privati i brevetti relativi a sperimentazioni finanziate con stanziamenti pubblici» e suggerendo di valutare se non sia il caso, «anche mediante specifici indirizzi, di garantire che la sperimentazione nel campo della ricerca contro l'Hiv sia condotta nell'esclusivo interesse della salute dei cittadini e posta al riparo da speculazioni».