Dal governo

Corte dei conti, Sardegna: Sisar, cronaca di un buco nero

di Manuela Perrone

È un'«ordinaria» storia di sprechi quella che arriva dalla Sardegna. Protagonista il Sisar, il sistema informativo sanitario integrato, che avrebbe dovuto rappresentare la svolta per la sanità regionale e che invece, a quasi sette anni dal primo annuncio, si è rivelato un flop, per giunta costoso. Con una spesa lievitata da 23 a 44 milioni di euro, fior di fondi europei in fumo e un'implementazione del sistema «incompleta e non omogenea nelle diverse realtà aziendali».

A fare le pulci al progetto è stata la sezione regionale di controllo della Corte dei conti che allo stato d'attuazione di Sisar ha dedicato una relazione ad hoc (relatore Lucia D'Ambrosio). Sottolineando come in realtà il destino del bando fosse segnato sin dall'inizio: «Emergono inconfutabilmente - si legge - gravi carenze e criticità sia nella fase di studio preliminare della fattibilità del progetto, sia nell'elaborazione del bando di gara, del capitolato e del disciplinare, sia nella fase della valutazione dell'offerta tecnica dell'aggiudicatario». Come a dire: tutto era già scritto.

Il contratto.
Era l'agosto del 2006 quando l'assessorato alla Sanità della Regione Sardegna, allora guidato da <CF3>Nerina Dirindin</CF>, pubblicò il bando Sisar da 20 milioni di euro, Iva esclusa. Obiettivo: uniformare e integrare i diversi sistemi informativi sanitari delle Asl e degli ospedali.
A seguito di procedura ristretta, nel settembre 2007, si aggiudicò la gara una riunione temporanea di imprese costituita da Engineering e Telecom Italia per 23,988 milioni, Iva inclusa. Il contratto venne sottoscritto il 27 febbraio 2008 con avvio lavori al 1° aprile 2008 e durata prevista in 24 mesi. La direzione dei lavori fu affidata alla società in house della Regione, Sardegna.IT.
Il sistema originariamente previsto - sottolinea la Corte dei conti - constava di una serie di applicativi e di moduli già sviluppati da Engineering, che ne restava proprietaria e che avrebbe dovuto fornirli alla Regione sotto forma di licenza d'uso illimitato. Dopo il collaudo, sarebbe divenuto di proprietà dell'amministrazione esclusivamente il software personalizzato per la Sardegna.

Le estensioni.
Puntualmente sul progetto si è abbattuta la piaga delle proroghe, prima al 31 marzo 2010, poi al 31 dicembre 2010, al 31 dicembre 2011, al 30 giugno 2012 e infine al 15 novembre 2012. Non solo: l'assessorato ha esercitato l'opzione di estensione del contratto per un importo fino a un quinto di quello contrattuale. Le estensioni sono state due nel 2011 per 2,145 milioni e due nel 2012 per 1,2 milioni.
Da marzo 2013 le competenze sui servizi integrati di continuità, maintenance e innovazione, fino ad allora gestiti direttamente dalla Direzione generale Sanità, sono passati a Sardegna.IT che li ha affidati agli aggiudicatari. Con cui inoltre sono stati stipulati due contratti legati a estensioni funzionali significative del Sisar: Cup web e Rsa e protesica.

I conti.
Le risorse complessivamente impegnate sul bilancio regionale a favore di Engineering e Telecom ammontano a quasi 37 milioni di euro. Gli impegni di spesa assunti fino al 31 dicembre 2013 su tutto l'ambito Sisar, inclusi i contratti aggiuntivi, sono pari a quasi 45 milioni di euro (si veda la tabella), di cui 33,8 provenienti da fondi comunitari. Praticamente il doppio dell'importo di partenza.

Lo stato dell'arte.
Il progetto è costituito da vari sistemi applicativi, ognuno suddiviso in più moduli. L'installazione ha richiesto anni ed è avvenuta in tempi diversi nelle varie strutture sanitarie. Ma questo passo non basta: perché il Sisar funzioni occorre la piena funzionalità degli applicativi (impresa che si è rivelata molto più ardua del previsto), l'integrazione con altri sottosistemi aziendali e con sistemi esterni e l'effettivo uso dei moduli e dei sistemi da parte degli operatori. Cosa che ancora non è avvenuta, soprattutto per il sistema delle attività assistenziali e di prevenzione e per quello epidemiologico.

«Le criticità ricorrenti alla fine del 2013 - scrive la Corte - continuano a essere la lentezza del sistema, i problemi con le anagrafiche, la mancanza di integrazione tra alcuni moduli, la carenza di assistenza, la scarsa attenzione alla formazione del personale, la scarsa qualità-attendibilità della reportistica prodotta dal sistema». In ritardo anche il collaudo: la deadline per quello di sistema è stata fissata al 29 aprile 2016.

«Sottovalutazione» è il termine che ricorre nella relazione: dell'"impresa" da svolgere (uniformare i processi di un gran numero di soggetti differenti), delle difficoltà di gestire le migrazioni dati, della necessità di personalizzare i vari applicativi, dell'esigenza di formare il personale, dei vincoli futuri con Engineering. Peccati che un'amministrazione pubblica proprio non può più permettersi