Dal governo

Tarelli (Covip): «Un'Authority unica per il Welfare, Sanità integrativa inclusa»

E' necessario «ragionare su un nuovo e più ampio modello di welfare», con un'Authority unica per il settore. Lo ha detto il presidente della Covip, Rino Tarelli, secondo cui il nuovo modello dovrebbe partire «da una visione unitaria dei temi della previdenza complementare e dell'assistenza sanitaria integrativa, al fine di rispondere al nuovo scenario socio-economico». «In tale ambito - ha aggiunto Tarelli alla presentazione della Relazione annuale per il 2013 - sarebbe auspicabile un'unica Autorità di vigilanza del settore, che favorisca la realizzazione di un welfare integrativo, integrato nelle diverse componenti».

La visione unitaria del welfare integrativo dovrebbe naturalmente tenere conto delle differenze che esistono tra i due strumenti. Inoltre Tarelli ha ricordato la natura "sociale" del risparmio previdenziale. «Tale risparmio - avverte - non può essere né assimilato né confuso con altre forme di risparmio e di investimento finanziario, caratterizzate, oltre che da una diversa finalità, anche da una connotazione esclusivamente individuale nella scelta dei rischi da sostenere e dei premi da versare a tal fine».
«Le forme di previdenza complementare», ha aggiunto Tarelli, «possono rappresentare un importante canale di apporto di risorse finanziarie alle imprese nazionali e contribuire al rilancio dell'economia reale del Paese in piena coerenza con la missione prioritaria di fornire una prestazione pensionistica adeguata».

Intanto, la ripresa economica debole rappresenta un forte elemento di incertezza, anche per sistemi che come quello italiano siano stati riformati da poco. Secondo Tarelli, «la persistente fragilità del quadro macroeconomico europeo, lascito pesante della crisi finanziaria ed economica. I continui progressi nella longevità e la diffusa precarietà delle carriere lavorative erodono la base contributiva del pilastro pubblico a ripartizione e possono tradursi in pensioni inadeguate rispetto ai bisogni».

Ma a parlare di crisi in modo ancora più esplicito è stato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, secondo cui l'aumento a 1,4 milioni degli iscritti "silenti" ai fondi pensione «è un evidente segno di crisi; il problema che abbiamo davanti è di continuare a tenere alta l'attenzione sulla previdenza complementare. La crisi c'è e pesa - ha continuato il ministro - ma se accorciamo la vista nel medio periodo poi la situazione diventa drammatica».
Quanto ad un meccanismo di maggiore automaticità per l'adesione ai fondi pensione, il ministro ha detto che «il tema è sempre presente ed è all'ordine del giorno» ma al riguardo il governo «non ha iniziative al momento. Dobbiamo guardare questo contesto che è - aggiunge - un dato oggettivo legato alla crisi e dall'altra parte abbiamo l'esigenza di fare informazione per lo sviluppo della previdenza integrativa e per lavorare sull'attrattività».
Inoltre, il ministro ha spiegato che le risorse che provengono dai fondi pensione potrebbero essere impegnate «per lo sviluppo del Paese ma attraverso logiche di garanzia, risorse che potrebbero essere utilizzate anche per lo sviluppo delle infrastrutture utili alla collettività».