Dal governo

Irregolare quasi il 5% dei 2,8 milioni di invalidi italiani. Le tabelle Inps

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

Il piatto è ricco per chi vuole colpire sprechi ruberie e certamente Carlo Cottarelli, il commissario per la spending review, non si lascerà sfuggire l'occasione. Perché magari non saranno tutti falsi invalidi – quei ciechi che ci vedono da un miglio o gli zoppi che corrono sprint o maratone che la Guardia di Finanza non raramente riesce a stanare – ma insomma, che tra gli invalidi d'Italia i conti non tornino, questo è sicuro.

Ce lo dicono una volta di più i numeri dell'Inps, che, appena chiamato in Parlamento a dar conto del fenomeno dei titolari di benefici economici di invalidità civile e di disabilità, ha reso note cifre da capogiro. Sono infatti 2,78 milioni gli italiani con pensioni di invalidità o di indennità varie. Sono soprattutto al Sud, oltre il 50% del totale. Napoli e Roma sono le province a più alta densità di invalidi, la Campania è la prima Regione per frequenza di casi.

Ma non solo. Le verifiche straordinarie hanno portato negli ultimi anni a ben 67.225 revoche e a 41.862 ricostituzioni delle indennità. Come dire che quasi il 5% delle situazioni di invalidità esistenti, e i relativi benefici economici, nel giro pochi anni sono state pressoché cancellate. Con una minore spesa a carico della finanza pubblica di 352,7 milioni dal 2010 al 2013, benché oltre 100 milioni siano stati spesi per gli accertamenti medici. In pratica, un terzo dei risparmi per spese mediche di accertamento eseguite da personale esterno.

A rivelare alla Camera gli ultimi numeri Inps disponibili del "pianeta invalidità" è stata Franca Biondelli (Pd), sottosegretaria al Lavoro, in risposta a un'interrogazione della capogruppo del Pd in commissione, Donata Lenzi, proprio nell'imminenza dell'avvio, a fine settimana dei Ddl che dovrebbero occuparsi dell'assistenza dei disabili gravi rimasti senza alcun sostegno familiare. Una ragione in più per far chiarezza su un fenomeno che, laddove ci sono furbizie, finisce per togliere risorse, e dunque assistenza, a chi davvero ha bisogno. «Adesso lavoreremo a fondo anche predisponendo valide e rigorose procedure di accertamento» promette Lenzi.

Intanto le tabelle predisposte ad hoc dall'Inps, relative a gennaio 2013, raccontano di un fenomeno avvolto nell'ombra. I titolari di prestazioni economiche di invalidità sono stati suddivisi in 857.641 beneficiari di pensione e in 1 milione e 924mila intestatari di indennità, per un totale di 2,781 milioni di casi. In Lombardia (351mila) se ne contavano di più in assoluto ma meno in percentuale rispetto alla popolazione. A seguire Campania (328mila) e Lazio (282mila), con la prima che però ne contava di più (il 6% circa) rispetto ai residenti. La provincia di Napoli sarebbe la regina delle invalidità tra pensioni e indennità: 184.957, circa il 7% dei residenti.

Dalle 854mila verifiche straordinarie compiute dall'Inps dal 2009, sarebbero emerse 67.225 revoche per mancata conferma dei requisiti sanitari o assenza di visita medico-legale. Ma anche 41.862 ricostituzioni delle rendite e delle situazioni. Con un boom di 24mila casi totali in Campania e 16mila in Sicilia. Da revisioni e azzeramenti tout court delle rendite si stima, secondo l'Inps, un risparmio di spesa calcolato in 352,7 milioni in quattro anni, dal 2010 al 2013. Ma anche 103 di costi sostenuti dall'Inps per aver fatto ricorso a personale non dipendente tra medici convenzionati, medici rappresentanti di categoria operatori sociali.

Altro dato riguarda le patologie verificate e le revoche disposte. Spiccano le revoche nei casi di tumore (il 32% delle verifiche disposte), seguite da quelle per disturbi psichici e del sistema nervoso. Segno, si dubita, di una stretta disposta nei confronti di quanti magari hanno eseguito i primi cicli di chemioterapia o altro. Una stretta che si teme stia avvenendo anche nei confronti dei chi ha contratto l'Hiv. Come dire che i falsi invalidi vanno cercati altrove.