Dal governo

ANTEPRIMA/ Violenza contro le donne: ecco la proposta di riparto dei fondi

di Manuela Perrone

Quasi sei milioni di euro per nuovi centri antiviolenza, nove milioni di euro per gli interventi regionali già in essere per il sostegno alle vittime e ai loro figli e 1,1 milioni di euro rispettivamente per i centri antiviolenza e le case rifugio esistenti.
È questa la proposta di riparto dei fondi contro la violenza sulle donne stanziati dal Dl 93/2013 trasmessa dal Dipartimento pari opportunità alla Conferenza delle Regioni.

Una "torta" da 17 milioni di euro
Lo schema di Dpcm inviato ai governatori sottolinea che, in fase di prima attuazione della legge, si vuole procedere alla ripartizione dei fondi (10 milioni di euro per il 2013 e 7 milioni per il 2014) in un'unica soluzione. La scelta - si legge - «è stata concordata con il vice ministro, pro tempore, con delega alle pari opportunità, su richiesta delle Regioni», considerato che la legge è entrata in vigore a ottobre 2013 e assegna a regime, a partire dal 2015, 10 milioni di euro al Fondo per le pari opportunità.


Il grosso dei fondi (9 milioni) agli interventi regionali
Soltanto per questa volta, dunque, i criteri di riparto stabiliti sono i seguenti: il 33% della somma complessiva di 17 milioni, pari a 5,67 milioni, è destinato alla creazione di nuovi centri antiviolenza e case rifugio, come vuole la legge. Il restante 67% è così suddiviso: l'80%, ovvero 9,064 milioni, va al «finanziamento aggiuntivo degli interventi regionali già operativi volti ad attuare azioni di assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, sulla base della programmazione regionale»; il 20%, ovvero 2,26 milioni, è ripartito in parti uguali tra i centri antiviolenza e le case rifugio esistenti, pubblici e privati.

Finanziamenti per 79 nuove strutture
Per le nuove iniziative, le risorse sono state ripartite basandosi sul numero della popolazione e sul numero di case e centri esistenti, rapportati alla mediana pari a 1,79 per ogni 400mila abitanti. Secondo le tabelle allegate al Dpcm, le nuove strutture finanziate sarebbero 79, di cui 23 in Lombardia, 18 nel Lazio, 17 in Campania, 12 in Sicilia e in Veneto, con un contributo unitario pari a 71.772 euro. Ci sono invece Regioni che risulterebbero con un esubero di centri rispetto alla mediana, come la Sardegna, la Toscana, il Molise, Bolzano e la Puglia. E altre che sono "a posto" in rapporto alla popolazione, come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli, Liguria e Piemonte.

Il caso Sicilia: ha ben 52 case rifugio
A fare il pieno del resto delle risorse - grazie agli interventi già programmati e al numero di centri e case rifugio attivi - sono la Lombardia e la Sicilia: la prima si assicurerebbe 1,48 milioni, la seconda 1,25 milioni. Seguono la Campania con 994mila euro, l'Emilia Romagna con 878mila euro e il Lazio con 877mila euro.
Il riparto si spiega con il fatto che la Sicilia conta un elevatissimo numero di case rifugio: ben 52, che le valgono da sole un finanziamento di 359.238 euro, cifra raggiunta da nessun'altra Regione. La Lombardia, secondo la situazione immortalata, ne conta appena 11, l'Emilia Romagna 22. La Lombardia ha però in valore assoluto il maggior numero di centri antiviolenza (21), seguita da Piemonte e Toscana (20), Puglia (19) ed Emilia Romagna (14).
In totale i centri attivi "censiti" sono 188, le case rifugio 164.


Il futuro: rendiconto a gennaio 2015, revoca dei fondi a chi non li usa
Per il riparto a regime dei 10 milioni annui che alimenteranno il fondo dal prossimo anno, la bozza di Dpcm prevede che entro il 31 gennaio 2015 le Regioni trasmettano al Dipartimento pari opportunità quattro informazioni: le delibere varate dalla Giunta per tutti gli interventi attuati per contrastare la violenza contro le donne; il monitoraggio dei trasferimenti delle risorse effettuati dalle Regioni; gli interventi finanziati con i fondi; i dati aggiornati sul numero dei centri e le case rifugio.
Il finanziamento sarà revocato alle Regioni che non hanno usato le risorse secondo quanto indicato nel Dpcm e saranno destinati allo stesso Fondo.
Il documento è stato già esaminato ieri in una riunione tecnica e sarà all'esame di una delle prossime Conferenze Stato-Regioni.