Dal governo

Patto per la salute, personale: cambio di rotta su criteri di accesso al Ssn, formazione specialistica e sviluppo di carriera

Asciugato nelle norme di dettaglio rispetto al testo messo a punto alla fine della scorsa settimana (VEDI e v. Il Sole-24 Ore Sanità n. 25/2014 ) l'articolo sulla «gestione e sviluppo delle risorse umane» (che nel testo della bozza consegnata i governatori dovrà subire ancora alcuni ritocchi legislativi) punta sulla «valorizzazione delle risorse umane» per favorire l'integrazione multidisciplinare delle professioni sanitarie e la riorganizzazione dei servizi. Senza oneri per la finanza pubblica si intende. Ciò che era già scritto in sostanza nel testo precedente, ma che nella versione di dettaglio aveva scaldato gli animi non solo delle categorie, ma anche di altri ministeri competenti per gli aspetti formativi e della gestione del personale.

Gli ambiti di azione sono quelli della rete ospedaliera, dei servizi territoriali e delle loro forme di integrazione e poi ancora le cronicità e le non autosufficienze. Con l'obiettivo di trovare comunque un collegamento alla recentissima riforma della Pa (VEDI ).

Per questo la strada indicata nella bozza di Patto per la salute 2014-2016 prevede di «innovare» l'accesso delle professioni sanitarie al Ssn, di ridisciplinare la formazione di base specialistica e lo sviluppo di carriera con misure in grado di garantire maggiore flessibilità nei processi di gestione delle attività professionali e nell'utilizzo del personale a livello aziandale.

Per farlo e per «razionalizzare» e «facilitare» l'accesso dei giovani medici al Ssn, Governo e Regioni dovranno istituire un tavolo "politico" ad hoc per individuare soluzioni normative anche in base a quanto accade negli altri Paesi Ue, che deve fare in fretta e concludere i suoi lavori entro il 31 dicembre 2014.