Dal governo

Emoindennizzi: le Regioni posticipano a ottobre lo stop ai pagamenti ma sollecitano l'incontro col Governo

Subito una riunione col Governo per fare il punto sulla restituzione delle somme anticipate per gli emoindennizzi dalle Regioni, ma rinvio al 1° ottobre (dal 1° luglio originario) del termine per l'interruzione dei pagamenti degli indennizzi, per avere modo e tempo di informare i beneficiari dell'indennizzo e spiegare loro le motivazioni di tale interruzione.

Dopo la proposta di accordo del 29 maggio scorso (VEDI ) sugli indennizzi «a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emederivati», le Regioni spingono sull'acceleratore e chiedono all'Economia (e alla Salute) di fissare l'incontro per discutere dei 600 milioni di arretrati per quai 30mila indennizzati che i governatori almeno in parte rivendicano dallo Stato.

E intanto danno respiro a chi ha diritto all'indennizzo con tre mesi di tempo in più prima di bloccare i flussi dei rimborsi.

Le Regioni in sostanza chiedono di riavere le somme già spese per l'applicazione della legge 201/1992 e quelle che servono per far fronte agli oneri ancora in corso anche secondo il dettato dell'Ue.

Un conto a cui finora hanno fatto fronte con risorse proprie e quote del fondo sanitario, in testa la Campania con oltre 32 milioni, seguita dalla Puglia con 30 milioni e dalla Lombardia con 27,3 (VEDI TABELLA ) e per questo hanno deciso di dire basta a quello che per loro dovrebbe essere solo un compito di pagatori.

Il Governo ha dato la sua disponibilità a rifondere tutto quanto anticipato dalle Regioni per il pagamento degli indennizzi per gli anni 2012/2013; a prevedere un apposito finanziamento dal 2014 e per gli anni a venire, idoneo a coprire tutti gli oneri dell'applicazione della legge 210/1992, anche mediante la determinazione di uno specifico costo funzione; a mettere a disposizione delle Regioni i finanziamenti necessari a garantire il pagamento degli arretrati per la rivalutazione dell'Indennità Integrativa Speciale a tutti i beneficiari che hanno diritto secondo quanto prescritto dalla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

E le Regioni da parte loro hanno garantito la piena disponibilità a effettuare i pagamenti degli arretrati dovuti per la rivalutazione dell'Indennità Integrativa Speciale in presenza del finanziamento da parte del Governo e a effettuare ogni altro adempimento amministrativo che riguarda in questo caso la loro funzione di «enti pagatori».

Ma per tutto questo è necessario individuare le modalità operative per applicare l'accordo che sarebbero dovute arrivare già dal 30 giugno e invece sono ancora in stand by.