Dal governo

Con la ricetta Consip nel 2013 i risparmi a quota 2 miliardi e fino a 7 a regime

di Roberto Turno, da Il Sole-24 Ore


In fondo è solo l'ultimo miglio. L'ultimo, ma il più difficile. Quello delle montagne russe finali da affrontare, delle resistenze fin qui irresistibili da abbattere. Ma forse ci siamo, potremmo esserci. La discesa in campo delle (al massimo) 35 centrali d'acquisto regionali, l'affiancamento forte e costante della Consip, l'apertura al presidio del perimetro di spesa dei beni beni e servizi non sanitari.

Ecco il pacchetto di mischia decisivo. Un pacchetto che potrebbe crescere, una spesa del Servizio sanitario nazionale sempre più «presidiato». E oplà, i giochi sarebbero fatti: a regime per la sanità si metterebbe a disposizione un tesoretto di risparmi che vale 7 mld. Che resterebbero tutti in casa Ssn – nel segno del «Patto per la salute» – nel senso che si aprirebbe agli investimenti, si taglierebbero meno prestazioni e servizi, si potrebbe garantire più qualità e spuntare qualche unghia alla corruzione. Insomma, più salute probabilmente. Anche perché già nel 2013, secondo le ultimissime stime, gli acquisti del Ssn con sopra in qualche modo il "marchio Consip" avrebbero «favorito» meno spese per 2 mld. Scavando un primo fosso rispetto a un passato (e spesso un presente in troppe regioni) di acquisti sopra le righe. Sprechi, inerzie, incapacità. E tanto altro ancora.

Alla Consip naturalmente di cifre e previsioni si guardano bene dal farne. Ma il bilancio 2013 dell'acquisto di B&S sanitari, parla chiaro. Spiega Domenico Casalino, ad di Cnisp: «La sanità è sicuramente uno dei nodi cruciali. Con caratteristiche tutte sue: la pluralità di soggetti responsabili, la specializzazione che serve per specifiche categorie merceologiche e sul territorio, il fatto che acquistare determinati beni e servizi si incide a fondo sulle persone assistite». Risparmi ma anche attenzione al diritto di cura e alla qualità, insomma. Il doppio binario della sfida della spending in sanità.

Il bilancio 2013 è chiarissimo, come le previsioni future. Nel 2013 Consip ha presidiato (cioé ha attivato strumenti di razionalizzazione) 15 mld di spesa sanitaria su 18 mld complessivamente «presidiabile». Ma senza considerare altri 11-12 mld di spesa non presidiabile con gli strumenti attuali. Se così fosse, se si attivassero strumenti innovativi, evidentemente il focus sugli acquisti avrebbe ben più possibilità di riuscita quanto a risparmi. Dei 18 mld di spesa specifica del comparto, 11 mld riguardano B&S sanitari, altri 7 interessano la spesa «generica» dei servizi non sanitari di cui Consip ha presidiato 6 mld. Col risultato che attraverso i vari strumenti della Consip (convenzioni, accordi-quadro, mercato elettronico, sistema dinamico d'acquisto) nel 2013 per gli acquisti di B&S in sanità sono stati realizzati acquisti per 1,4 mld. In costante crescita negli anni.

Di qui le stime, che calcolano un effetto di trascinamento di minori spese: sarebbe cioé stato «favorito» un risparmio di 2 mld nel 2013. Che con l'applicazione delle prossime centrali uniche frutto della legge di conversione del Dl sul bonus Irpef (Dl 66), potranno crescere quasi per trascinamento come una valanga, se le centrali risparmiose funzioneranno davvero e a pieno ritmo: 7 mld a regime, dicono ancora le ultimissime stime. Tanto più se il radar sugli acquisti potrà accendersi, oltreché su altre categorie merceologiche (perfino i rifiuti ospedalieri) o sullo sterminato territorio delle convenzioni Ssn a livello nazionale, monitorando una spesa che vale fino a 60 mld di generici beni e servizi Ssn.

Certo, ci vorrà coraggio in sede locale, forza a livello centrale, anche l'impiego intelligente e diffuso della sanità digitale, su cui si sta lavorando fianco a fianco col ministero della Salute. In aggiunta ad acquisti in service, organizzando servizi ad hoc nelle asl e negli ospedali, sottoscrivendo convenzioni con laboratori e case di cura private. Anche con linee guida ad hoc cui si sta lavorando con la Salute per fissare un set di indicatori sull'organizzazione di chi acquista, se organnizare i servizi nelle strutture o meno.

Ma è chiaro che aumentare le percentuali di spesa «presidiabile» e avere, incentivandoli, rapporti di piena collaborazione in sede locale, sarà la sfida nella sfida. Basta pensare che la copertura regionale sugli acquisti «presidiata» varia dal 100% della Toscana al 2% delle regioni più arretrate. «I risparmi potenziali sono notevoli e possibili – aggiunge Casalino –Con beneficio non solo dei conti pubblici, ma della qualità e quantità dei servizi. Non ultimo anche quello della lotta alle frodi».