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Cure palliative: oppioidi in crescita, cure soprattutto in corsia, il Sud resta indietro. Rapporto della Salute al Parlamento

Gli hospice sono di più al Nord rispetto al Centro-Sud, anche se il numero complessivo è in costante crescita: 221 strutture con 2.307 posti letto.

A livello nazionale è confermato il trend decrescente anche per l'anno 2012 del numero di decessi di pazienti con una patologia neoplastica avvenuti in un reparto ospedaliero per acuti; la diminuzione registrata nel 2012 rispetto al 2011 è più contenuta rispetto a quella registrata tra il 2011 e il 2010.

Significativo è il calcolo dell'indicatore della mortalità ospedaliera rapportata al numero di decessi per neoplasia; l'indicatore , calcolato per il Nord-Est, per il Nord-Ovest, per il Centro, per il Sud e per le Isole presenta un valore particolarmente elevato nel Nord-Est (41,7%), mentre assume un valore particolarmente basso nel Sud (16.9%) e nelle Isole (18.1%). In questo caso sarebbe necessario, per una valutazione appropriata, correlare il dato rilevato con i decessi a domicilio.

Osservando la ripartizione percentuale dei deceduti nei reparti ospedalieri, oltre il 50% dei decessi avviene nei raparti di medicina generale, nel 14% nelle oncologie e 6% nelle geriatrie.
Ma non sempre il dettaglio regionale conferma l'andamento nazionale.

Questi alcuni dati del «Rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione
della Legge n. 38 del 15 marzo 2010» che il ministero della Salute ha appena pubblicato sul suo sito e nel quale si analizzano, articolo per articolo, i risultati dell'applicazione della legge. Dati già analizzati su Il Sole-24 Ore Sanità n. 28/2014 (VEDI ) e su questo sito (VEDI )

Analizzando l'andamento del numero di decessi a livello regionale, sipiega il rapporto, si possono identificare tre gruppi di Regioni: quelle che presentano un valore decrescente in linea con l'andamento nazionale, le Regioni che sono invarianti rispetto l'anno precedente e le Regioni per le quali il numero dei decessi aumenta.

Nel primo gruppo sono classificate le Regioni Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, P.A. Trento,, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Molise e Puglia. Nel secondo gruppo le Regioni P.A. Bolzano, Umbria, Abruzzo e Basilicata. Nel terzo gruppo Toscana, Marche, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il primo dato osservabile è che, ad esclusione della Toscana, in tutte le Regioni del terzo gruppo è riscontrabile un consistente minore numero dei decessi nei reparti di medicina generale; in questi casi aumentano i decessi nei reparti di oncologia, geriatria e, frequentemente, nelle terapie intensive. La Toscana, nonostante un lieve aumento dei decessi ospedalieri, presenta una elevata percentuale di decessi nella medicina generale. La Regione Campania presenta la percentuale più alta di decessi nei reparti di terapia intensiva.

Tra le regioni del secondo gruppo, cioè quelle per le quali il dato di mortalità è invariante rispetto l'anno precedente, Bolzano e Umbria riflettono la ripartizione percentuale del livello nazionale, mentre Abruzzo e Basilicata presentano un numero di decessi nei reparti di medicina generale decisamente inferiore della media nazionale.

Infine, per le Regioni del primo gruppo, nel quale si registra un trend decrescente del numero di decessi di pazienti affetti da una neoplasia nei reparti ospedalieri per acuti, escludendo la sola Regione Friuli Venezia Giulia che presenta una percentuale di decessi nei reparti di medicina generale particolarmente elevato, le restanti regioni presentano una ripartizione dei decessi nelle diverse discipline ospedaliere molto simile al dato nazionale. Unica eccezione la Regione Puglia che, a fronte di una diminuzione molto contenuta del numero di decessi, presenta un valore percentuale molto basso della medicina generale con un aumento dell'oncologia.

«La prima riflessione - si legge nel rapporto - alla luce dei dati fin qui esaminati, riguarda la necessità di implementare quanto previsto per le cure palliative ospedaliere nell'intesa del 25 luglio 2012».

Il consumo di farmaci analgesici
Osservando i valori relativi al consumo di farmaci analgesici oppioidi registrato dalle vendite delle farmacie, nel triennio 2011/2013, la spesa si registra un incremento medio nel triennio a livello nazionale pari a circa il 50 per cento.
Nell'analisi a livello regionale, relativamente alla percentuale di incremento della spesa nel triennio 2011/2013, si osserva un aumento dell'importo in tutte le Regioni, con valori più elevati nelle Regioni Campania (73%), Lazio (68%) e Puglia (69%); Basilicata (39%), Abruzzo (40%) e Sardegna (40%) restano, nonostante si registri una crescita costante dei consumi, sempre al di sotto della media nazionale pari al 48%.

La percentuale di incremento più bassa si rileva nella Regione Toscana con il 30%. Appare particolarmente positivo l'incremento registrato in alcune regioni del centro-sud nelle quali, nel passato, sono stati osservati consumi molto contenuti.

Il risultato nazionale confermato dall'analisi dei consumi dei farmaci inclusi nell'allegato III bis effettuato nel periodo 2010-2012 provenienti dalla banca dati dell'Aifa. La tabella n. 10 riporta il valore complessivo e la quota parte utilizzata nella terapia del dolore.

Analizzando la spesa relativa al consumo dei farmaci analgesici non oppioidi sempre nel triennio 2011/2013 si osserva un lieve decremento tra il dato relativo all'anno 2013 (522 milioni di euro) rispetto al dato relativo all'anno 2011 (514 milioni di euro) ma con un consistente aumento di spesa tra l'anno 2012 e il 2013.In questo ambito, confrontando il valore dell'anno 2013 rispetto a quello relativo all'anno 2011, si osserva un decremento del 2% della spesa totale.
Il decremento non viene però confermato nei dati regionali: la diminuzione è particolarmente consistente nelle regioni Basilicata (-12%), Abruzzo (-10%), Sicilia (-10%), è nulla nelle regioni Lazio, Marche e Toscana e si registra un aumento maggiore nelle regioni Lombardia, Valle D'Aosta e nella P.A. di Trento.

Come era già emerso dal passato Rapporto al Parlamento i consumi di farmaci oppioidi nell'ambito pediatrico presentano dei valori di spesa molto contenuti rispetto a quanto osservato per il paziente "adulto".
Dall'esame dei dati relativi al triennio 2011 - 2013 i farmaci in associazione Codeina/paracetamolo sono quelli più utilizzati ma la spesa più elevata si registra osservando il dato relativo al Fentanil e al Fentanil Citrato.

Esaminando il dato della distribuzione regionale della spesa complessiva nel triennio 2011-2013, i valori più elevati si registrano nelle regioni Veneto, Toscana e Lombardia, con un rilevante incremento nella regione Veneto

Rete pediatrica
L'assistenza al paziente pediatrico, rispetto a quanto stabilito per l'adulto, è strutturata seguendo modalità e criteri differenti.
Dall'analisi dei dati relativi alla numerosità dei minori deceduti per patologia neoplastica in ambito ospedaliero il rapporto evidenzia come vi sia un trend in calo (ridotto del 19% dall'anno 2006 all'anno 2011) con tendenza alla stabilità (155 minori nel 2011 – 156 nel 2012) negli ultimi 24 mesi. Questo fa presumere che le CPP e la gestione domiciliare dei bambini oncologici inguaribili, stia diventando, anche se con modalità differenti, un modello assistenziale attuato ed in via di espansione.
Persiste per altro, come evidenziato in tab. n. 16 e fig.n. 5, un'alta percentuale di minori (27,5%) che muore in ambito critico. Una percentuale analoga di bambini (27%) muore in reparto di oncoematologia pediatrica, mentre una quota (22%) minore nei reparti di pediatria. Più di 3.000 sono le giornate di ricovero totali, cona una degenza media pari a 20 giorni/anno. Sarà importante valutare quanti di questi decessi, per eleggibilità del paziente e situazione clinica e familiare, potrebbero usufruire dei servizi di CPP ed essere gestiti a domicilio.