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Sigarette elettroniche, Iss: «Sì ad approccio rigoroso Oms»

Dopo l'alt dell'Oms arriva il disco rosso sulla sigaretta elettronica anche dall'Istituto superiore di sanità (Iss). A pochi giorni dalla presa di posizione Oms, che ha raccomandato di vietarne la vendita ai minori (divieto già previsto in Italia dal 2013) e l'uso nei luoghi pubblici chiusi, anche l'Iss scende in campo, appoggiando il "rigore" dell'agenzia Onu affermando che le e-cig "non sono innocue". Valutazione condivisa anche dalla Società italiana di cardiologia, che chiede paletti più severi.

L'Iss "supporta l'approccio rigoroso dell'Oms in materia di sigarette elettroniche, auspicando che solo l'evidenza scientifica guidi ad un approccio di sanità pubblica", ha sostenuto il commissario straordinario dell'Istituto, Walter Ricciardi, replicando alle recenti critiche dell'oncologo Umberto Veronesi alla posizione dell'Organizzazione mondiale della sanità.

Molti produttori di e-cig, avverte Ricciardi, "fanno una serie di affermazioni non provate o francamente false inducendo il pubblico a credere che questi prodotti siano innocui (mentre come sottolineato dall'Oms e cominciato a dimostrare anche dall'Iss, non lo sono) e le evidenze scientifiche che le e-cig facciano smettere di fumare sono ancora limitatissime".

Vi è invece "evidenza - spiega - che la maggior parte degli utilizzatori di e-cig continuino a fumare anche sigarette tradizionali e che essi abbiano scarsi o nulli benefici in termini di riduzione delle malattie cardio-vascolari, mentre tutti gli studi di popolazione fino ad oggi pubblicati mostrano in modo univoco che i fumatori che usano e-cig abbiano addirittura una minore probabilità di smettere di fumare".

Anche i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, che ha monitorato il fenomeno, vanno in questa direzione e mostrano come tra gli utilizzatori di e-cig il 25% non ha modificato le sue abitudini (quindi ha incrementato il consumo di nicotina) e il 12% ha iniziato a fumare (prima non era fumatore).

Inoltre, vi è già una "buona evidenza scientifica che le e-cig rilascino nell'ambiente emissioni di diverse sostanze tossiche per la salute umana. L'indicazione dell'Oms ad evitare l'uso delle e-cig negli spazi chiusi e nei luoghi pubblici - sottolinea il commissario straordinario - è finalizzata proprio a prevenire un'esposizione significativa a queste sostanze".

Paletti all'utilizzo delle e-cig vengono chiesti anche dai cardiologi. "La sigaretta elettronica fa comunque male, anche se meno di quelle tradizionali, e non risolve il problema della dipendenza", ha affermato il presidente della Società Italiana di Cardiologia (Sic), Matteo Di Biase.

Con l'e-cig, ha sottolineato, "si assume comunque nicotina, e il rischio è quasi uguale a quelle tradizionali, almeno dal punto di vista cardiovascolare. Inoltre, a differenza delle sigarette, la quantità di sostanza contenuta non è definita, e si rischia di assumerne anche di più del normale. A questo si aggiunge il fatto che è proprio la nicotina a creare dipendenza, per cui se al fumatore si dà quella elettronica non si riuscirà a farlo smettere".

Secondo l'esperto, la posizione dell'Oms è dunque condivisibile: "I paletti vanno messi - ha concluso Di Biase - anche perché non ci sono ancora studi scientifici sulle e-cig che ne abbiano valutato gli effetti".