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ANTEPRIMA/ Sangue e plasma, il testo all'esame delle Regioni con gli obiettivi e il riparto 2014

Mantenimento della complessiva autosufficienza nazionale e riqualificazione del Sistema trasfusionale italiano, da sottoporre a monitoraggio costante in linea con quanto previsto dall'Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 sull'accreditamento dei servizi trasfusionali. Sono queste le direttrici del Programma nazionale per il 2014 all'esame della Conferenza Stato-Regioni di giovedì prossimo. «Con il presente Programma - si legge nel testo che qui anticipiamo - la rete trasfusionale conferma la propria capacità complessiva di garantire sistematicamente un equilibrio quantitativo adeguato fra produzione e fabbisogno di emocomponenti ad uso trasfusionale e di perseguire l'obiettivo dell'autosufficienza di medicinali plasmaderivati».

La premessa è che per raggiungere questi target vadano messi in campo anche strumenti come l'analisi dei fabbisogni e altri «percorsi innovativi». E che, soprattutto, «gli obiettivi di autosufficienza non possano essere considerati in modo disgiunto dal processo di adeguamento qualitativo del Sistema trasfusionale al dettato normativo comunitario». In sintesi, non solo la quantità ma anche la qualità va sempre più decisamente perseguita, in modo uniforme, sul territorio nazionale. Per questo occorre stringere i tempi rispetto alla dealine del 31 dicembre 2014, quando dovrà essere concluso il percorso di accreditamento istituzionale dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta. E non solo: per i servizi trasfusionali la soddisfazione dei requisiti relativi al plasma rappresenta la «condicio sine qua non per l'accesso al sistema di lavorazione del plasma nazionale. «Il mancato conseguimento di tale obiettivo nei tempi previsti, ormai prossimi alla scadenza - si legge nel Programma 2014 - comporterà a carico dei servizi trasfusionali inadempienti (e dei relativi servizi regionali) l'impossibilità di utilizzare il plasma per la produzione di medicinali plasmaderivati, inficiando in tal modo il percorso verso tali prodotti». Eventualità, è il monito, che comporterebbe «un'importante perdita di risorse, un rilevante aggravio di spesa, la perdita di una preziosa parte del patrimonio etico del dono, oltre a configurarsi una inaccettabile situazione di disparità dei livelli qualitativi e, conseguentemente, della sicurezza, degli emocomponenti labili ad uso trasfusionale nei confronti dei cittadini assistiti».

I fondi disponibili. La proposta di riparto 2014 elaborata dal Centro nazionale sangue (Cns) sulla base della legge 219/2015 (funzionamento delle strutture regionali di coordinamento), del Dlgs 207/2007 (attuazione della direttiva 61/2005 sulla rintracciabilità e notifica degli eventi avversi) e del Dlgs 208/2007 (attuazione direttiva 62/2005 sul sistema qualità dei servizi trasfusionali) mette a disposizione 870.409 euro. La proposta del Cns prevede che le risorse siano destinate al raggiungimento di un unico obiettivo e ripartite tra le regioni sulla base di criteri, già adottati negli anni precedenti, che tengano contodella complessità ed efficienza del sistema, basati su indici correlati alla popolazione residente, all'efficienza del sistema regionale nella gestione dei consumi di globuli rossi in relazione ai ricoveri totali per acuti e all'efficienza relativa all'attività di raccolta nella regione, ai quali è stata attribuita rispettivamente la pesatura pari al 25%, 50% e 25% delle risorse stanziate. Che saranno effettivamente erogate sulla base del monitoraggio effettuato dal Cns.
Per le attività connesse alle finalità dei decreti 207/2007 e 208/2007, la proposta di stanziamento è rispettivamente di 596.188 euro e di 706.688 euro.
Il 100% dei fondi verrà ripartito tra le regioni e, dopo l'erogazione, le stesse renderanno disponibili il 20% della somma erogata al Cns per l'implementazione del Sistra, il Sistema informativo dei servizi trasfusionali, divenuto un tassello cruciale ai fini della scadenza del 31 dicembre prossimo.