Dal governo

Meeting ministri Ue/ Lorenzin: «Pari accesso alle cure palliative è la prima battaglia da vincere»

I ministri Ue ma anche i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione europea, oltre ai ministri dei Paesi Efta (European Free Trade Association: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera) e alle grandi organizzazioni internazionali Ocse e Oms.

Sono questi i convitati al tavolo del meeting informale in programma oggi e domani a Milano e presieduto dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Al centro dei lavori - strutturati in tre sessioni - la questione farmaci, la prevenzione dei tumori (cuore del dibattito di domani), la terapia del dolore e le cure palliative e le misure per affrontare l'epidemia di Ebola. Al meeting Informale sono abbinati due eventi collaterali: il consueto meeting degli attaché che si occupano di salute, per conto dei diversi Stati Membri, presso le Istituzioni comunitarie, e la prima riunione di un Comitato di esperti sul cancro che la Commissione europea ha costituito per dotarsi di un supporto tecnico-scientifico in materia.

Il fuori programma. Sotto i riflettori, subito un "fuori programma" sui super farmaci anti-epatite C, rispetto ai quali la ministra italiana chiede all'Europa di fare "cartello" contro i prezzi elevatissimi. «In Europa - ha spiegato infatti Lorenzin a margine della Conferenza internazionale Aifa "Sistemi d'innovazione e orizzonti della salute" - le nostre agenzie regolatorie fanno il loro lavoro, ma serve anche una politica congiunta e coordinata per far abbassare i prezzi».

Un risposta al presidio organizzato davanti al centro congressi MICo, dalle associazioni europee di pazienti con epatite C, per chiedere negoziazioni tra istituzioni e aziende volte a garantire un accesso equo e rapido alle nuove terapie. Lorenzin ha spiega che il rischio che salti la vecchia impostazione «è molto concreto. Per 15 anni - precisa - non abbiamo avuto scoperte di questa portata. Farmaci innovativi come quelli per l'epatite C comportano un costo molto alto. Il tema è: permettere gli investimenti in Europa su questi farmaci e garantirne l'accesso ai cittadini. A oggi, per come stanno le cose, questo diventa quasi impossibile».
La ministra sottolinea come l'epatite C «è uno dei temi al centro del semestre di Presidenza italiana del Consiglio europeo». E ribadisce: «Noi tutti chiediamo una calmierazione dei prezzi. Il costo è troppo alto e non permette l'accesso all'innovazione a 5 milioni di cittadini europei: il messaggio che uscirà da questo vertice è quello di fare gruppo fra lediverse agenzie regolatorie europee». «I Paesi dell'Unione Europea sono chiamati a cooperare e ad armonizzare gli approcci e le metodologie nella valutazione dei farmaci - ha affermato il presidente Aifa Sergio Pecorelli -. L'Aifa si sta impegnando a promuovere il dialogo tra le Agenzie regolatorie e il coinvolgimento dell'intera filiera, in primis i pazienti, la cui partecipazione è fondamentale non solo nell'ambito del processo decisionale, ma anche nella fase successiva all'ingresso sul mercato dei nuovi farmaci, quando l'efficacia e la sicurezza delle molecole approvate viene verificata nella reale pratica clinica. La conferenza di oggi ci darà l'opportunità di confrontare esperienze e punti di vista differenti e individuare possibili strategie condivise».

Terapia del dolore e cure palliative. Si è conclusa la sessione del meeting informale dei Ministri della Salute dell'Ue dedicata al tema della terapia del dolore e delle cure palliative.Il ministro Lorenzin si è speso in prima persona per inserire questo tema tra le priorità europee, dal momento che la società invecchia e che il numero dei malati cronici è in continua crescita, «Il numero degli ultrasessantacinquenni passerà da 87 milioni di cittadini nel 2010 a 148 nel 2060». Per questo occorre garantire «l'accesso alla terapia del dolore e a tutti i farmaci attualmente disponibili ed essenziali necessari per le Cure Palliative e per la Terapia del dolore con particolare attenzione ai farmaci oppioidi, per ridurre le disuguaglianze sanitarie esistenti tra regioni e tra Stati membri dell'Ue nell'ambito della equità del diritto alla salute».

Lotta al dolore nella formazione obbligatoria. La proposta dell'Italia, che ha la presidenza di turno dell'Ue, è quella di «promuovere e diffondere tra tutti gli operatori sanitari la consapevolezza della rilevanza della prevenzione, la diagnosi e la gestione del dolore cronico e delle cure palliative, tenendo conto della specificità pediatrica, in particolare attraverso l'istruzione universitaria e post-universitaria e l'aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e sociosanitario, impegnato nella terapia del dolore e nell'assistenza nel settore delle cure palliative». E dunque la lotta al dolore dovrebbe essere parte come parte integrante nella formazione undergraduate dei medici e di tutti gli operatori sanitari, e nella formazione specialistica per i professionisti che operano in modo continuativo in questo tipo di cura. «L'Italia si è dotata nel 2010 di una Legge che mira a garantire il raggiungimento di questi risultati, e si è data un sistema che coinvolge non solo le autorità sanitarie nazionali ma anche quelle regionali e locali nella gestione di questa problematica, attraverso la creazione di reti ad hoc. Tali reti mirano, oltre che ad erogare questo tipo di cure, a comunicarne la disponibilità ai cittadini, a garantire l'accesso ad esse, a monitorare i risultati raggiunti ed a formare adeguatamente gli operatori sanitari».

«Non limitiamoci ai farmaci». Nella lotta al dolore la strategia deve essere a 360 gradi, in un discorso ampio che includa ogni tipo di approccio, non solo dunque, attraverso la farmacologia, così il ministro: «In quest'ambito si pone anche il problema della valorizzazione delle attività delle organizzazioni no profit, del ricorso ad approcci alternativi alla terapia del dolore, ad esempio attraverso terapie non farmacologiche nel dolore pediatrico, e della sperimentazione di approcci antalgici innovativi in coloro che non rispondono alle cure tradizionali». Senza dimenticare «il principio fondamentale dell'umanizzazione delle cure».