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Meeting ministri Ue/ Conclusioni: un argine Ue contro l'escalation dei prezzi dei farmaci, più prevenzione sui tumori, cure palliative in rete, strategie anti-Ebola

Puntare sulla licenza adattiva per accelerare l'accesso ai farmaci innovativi, avviare un coordinamento più avanzato nell'Hta, costruire un argine comune all'escalation dei prezzi per salvare la sostenibilità della spesa sanitaria nei Paesi Ue. Favorire interventi di prevenzione primaria e secondaria per la prevenzione dei tumori, con un approccio trasversale a tutte le politiche per promuovere corretti stili di vita. Creare una rete europea per le cure palliative e la terapia del dolore con un focus sulla formazione dei professionisti, incentivare lo scambio di best practice, agevolare lo sviluppo delle reti pediatriche a livello di singolo paese. Sulla questione Ebola, infine, l'Ue dovrà aumentare il grado di preparazione, per rafforzare la capacità di identificazione, trasporto diagnosi e cura di pazienti o sospetti. Una necessità soprattutto nell'ipotesi dell'arrivo di qualche caso di importazione. Sono questi gli input emersi nelle conclusioni del Consiglio Informale dei Ministri della Salute dell'Ue. Ecco le comunicazione della ministra Beatrice Lorenzin sulle diverse sessioni previste.

Innovazione terapeutica in favore dei pazienti e accesso ai farmaci innovativi. «Molti Paesi sostengono l'importanza della adaptive licensing come strumento per promuovere l'accesso rapido al mercato di farmaci innovativi rispettando l'attenzione alla sicurezza dei pazienti. La grande maggioranza dei Paesi supporta un coordinamento più avanzato nell'HTA per lo sviluppo di rapporti comuni sui famaci e Joint Assestment rispettando tuttavia le competenze nazionali. L'utilizzo più strategico dell'HTA può rendere più rapidi i tempi dell'accesso al mercato.
Tutti i Paesi hanno chiaramente dimostrato un forte interesse. La Commissione e tutti i Paesi concordano sull'importanza dello sviluppo dei farmaci innovativi, ma si percepisce come tale sviluppo sia costoso e lento e come sia dunque necessario ottimizzare tutti gli strumenti della legislazione attuale per accelerare l'accesso ai pazienti di farmaci innovativi (in particolare autorizzazione condizionata e autorizzazione in circostanze eccezionali).
"L'escalation" dei prezzi dei farmaci, come nel caso di quelli per epatite C, mette a dura prova la sostenibilità economica della spesa sanitaria dei Paesi, quindi tutti i Paesi concordano sulla necessità di cooperazione, di strategie comuni e di scambi di informazioni tra Paesi.
Tutti i Paesi concordano anche sulla necessità di sforzi comuni per permettere, nella condivisione delle migliori prassi, un accesso accelerato per il beneficio del paziente. In considerazione dell'austerità, dei problemi di sostenibilità a causa dei prezzi troppo elevati e della eterogeneità del potere di acquisto dei vari Paesi, le iniziative comuni di cooperazione tra i Paesi sono un valore aggiunto.
E' importante sottolineare le strategie per il rapido accesso al mercato, per le problematiche dei farmaci dell'epatite C sollevate da Francia e Portogallo.
Comunque su tutti questi punti parleremo nelle conclusioni del Consiglio.
Tutti vogliamo, comunque, evitare "l'escalation" dei prezzi con strategie comuni per garantire la sostenibilità economica dei servizi sanitari degli Stati membri e migliorare, velocizzare e garantire l'accesso dei pazienti europei ai farmaci innovativi».

Prevenzione dei tumori. «Si tratta, a nostro parere, di un argomento di grande importanza ed attualità per i nostri Paesi e per l'Unione tutta, dal momento che il cancro è la seconda causa più comune di morte (29% per gli uomini e 23% per le donne) ed ogni anno oltre 2,5 milioni di persone nell'Unione ricevono una diagnosi di cancro. Le previsioni sono oltretutto in aumento, anche a causa dell'aumento dell'età media della popolazione.
L'impatto sui sistemi sanitari e i costi per la società sono già importanti, ma aumenteranno ulteriormente, anche per l'aumentata sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore, grazie alle migliori cure.
Questo quadro ci impone di agire per cercare di contenere l'impatto dei tumori, riducendone l'insorgenza attraverso interventi di prevenzione primaria e secondaria; è infatti stimato che circa un terzo di tutte le forme di cancro potrebbe essere prevenuto modificando o eliminando i fattori di rischio quali il fumo, l'obesità e il sovrappeso, l'inadeguato consumo di frutta e verdura, l'eccessivo consumo di sale, grassi, zucchero, alcol e l'inattività fisica.
L'impegno dei responsabili politici e tecnici della sanità pubblica, a mio parere, deve privilegiare un approccio trasversale, nel rispetto del principio della "salute in tutte le politiche". Alcuni recenti interventi, quali la nuova direttiva sul fumo di tabacco, vanno nella direzione giusta ma devono essere rafforzati e integrati con altri, inclusi i programmi di screening e di vaccinazione, per i tumori che se ne possono beneficiare, come il tumore del collo dell'utero.
A questo proposito ricordo che l'Italia, durante il precedente Semestre di Presidenza italiana, fece approvare il programma di screening verso i tumori della mammella, della cervice e del colon retto.
Cari colleghi, vi ringrazio per le indicazioni sulle esperienze dei vostri Paesi e per gli elementi che avete introdotto con la discussione.
Sintetizzo, in conclusione, gli aspetti più significativi sul piano politico del nostro dibattito:
Partendo dalle esperienze fatte nel corso di EPAAC (l'European partnership Action Against Cancer) e con l'avvio della JA Cancon (Comprensive Cancer Control), siamo consapevoli che è necessario continuare ad intraprendere azioni atte a modificare i fattori di rischio noti attraverso stili di vita corretti (con piani nazionali e locali, e possibilmente un approccio comune in ambito UE). In tal senso posso ricordare
la lotta al fumo: misure ambientali sfavorenti il fumo (come tassazione, divieto di pubblicità e di vendita ai minori, avvertenze sui pacchetti), tutela dei non fumatori (zone senza fumo,..), campagne di comunicazione
ol'adozione di una dieta sana (frutta e verdura fresca, cibi con contenuto limitato di zuccheri e grassi, limitato uso degli alcolici). Sottolineo il beneficio di una dieta che si ispiri a quella cosiddetta "mediterranea"
o una buona attività fisica o la riduzione del peso.
Abbiamo riaffermato la necessità di un approccio trasversale e conveniamo sull'opportunità di rafforzare le iniziative per la promozione della salute e la prevenzione non solo negli ambienti di vita ma anche in quelli di lavoro.
La discussione ha anche richiamato l'importanza del ricorso ai vaccini per le malattie croniche prevenibili con essi (HPV- ca. della cervice uterina). Ricordo in proposito che la vaccinazione contro HPV è sempre più universale, riguardando ora uomini e donne.
Il Working Party Salute Pubblica del Consiglio sta predisponendo Conclusioni del Consiglio sulle pratiche vaccinali, che vedremo a dicembre, ove questo elemento è enfatizzato.
E' stato anche evidenziato come dobbiamo assicurarci, non solo per una questione di equità nell'accesso ma anche per la buona riuscita delle iniziative, che sia data giusta attenzione e garantito l'accesso alle misure di prevenzione ai gruppi socio-economici svantaggiati e l'impegno comune a diffondere la conoscenza sui corretti stili di vita e la prevenzione tra la popolazione a tutte le età e di tutte le condizioni.
Dagli interventi ritengo sia anche scaturita la convinzione comune che sia necessario adottare iniziative per monitorare e valutare l'impatto delle nostre scelte. In questo ambito mi sembra si convenga:
•sull'opportunità di sfruttare il Cancer Information System del Joint Research Center di Ispra;
•sull'utilità di studiare sistemi e risorse che possono garantire la qualità della programmazione e soprattutto la comparabilità dei prodotti;
•sull'opportunità di identificare delle piattaforme che consentano il dialogo tra istituzioni e stakeholders, al fine di incidere sul rapporto tra determinanti della salute e cancro, inclusi i registri tumori.
Infine la discussione, con riguardo allo sviluppo e diffusione di strumenti di diagnosi precoce (screening) di buona qualità ha sottolineato l'importanza di procedere a pianificazioni corrette e a una buona implementazione delle misure previste, seguendo principi di efficienza e accessibilità.
Si dovrà lavorare per identificare obiettivi comuni (ad es. screening con HPV-test e campagne di vaccinazione per HPV) e superare le differenze di approccio (ad esempio sull'offerta pro-attiva anziché l'invito personale) per evitare livelli diversi di performance, che creano disuguaglianze.
Sono sicura che queste azioni potranno efficacemente contribuire a mitigare gli effetti negativi dei tumori, non solo sugli individui, ma anche sui sistemi sanitari nel loro complesso, e sul tessuto familiare, sociale ed economico, ricompensandoci dell'impegno che certamente sarà necessario».


Cure palliative e terapia del dolore. «La Commissione Europea come la maggior parte dei Paesi membri sottolineano e ringraziano l'Italia per l'ottimo lavoro svolto sia per avere creato l'occasione di discutere a livello europeo di temi quali le cure palliative e la terapia del dolore sia per la qualità del documento presentato.
Quasi tutti i Paesi ritengono di fondamentale importanza la creazione di una rete europea per le cure palliative e la terapia del dolore incentrata principalmente nell'ambito di un maggiore impegno riguardo la formazione dei professionisti, lo scambio di informazioni reciproche soprattutto relative alle migliori pratiche, allo sviluppo dei network.
Purtroppo risulta ancora poco sviluppata a livello dei singoli Paesi membri lo sviluppo della rete pediatrica di cure palliative e terapia del dolore; lo sviluppo nell'uso dei farmaci dedicati alla terapia del dolore, specialmente oppiodi, risulta crescente soprattutto nei Paesi del sud Europa. E' auspicabile lo sviluppo di cure palliative e terapia del dolore anche per altre fasce fragili di popolazione quali i pazienti anziani.
Molte nazioni si sono dotate di leggi specifiche specialmente per lo sviluppo delle cure palliative. L'Italia è l'unico Paese ad avere approvato a livello legislativo una norma quadro.
La ricerca assume un ruolo fondamentale come ha più volte ribadito la Commissione.
Dal dibattito è emerso che vi è una certa differenza di opinioni sulla opportunità di organizzare giornate dedicate alla terapia del dolore, ma le delegazioni hanno tutte concordato sulla necessità di un rafforzamento delle campagne di informazione volte ad aumentare la consapevolezza dei cittadini sul problema.
E' innegabile la necessità di sviluppare reti assistenziali domiciliari al fine di assicurare ai pazienti la possibilità di permanere a domicilio fino al termine della loro vita. Questo è un punto sul quale si sono trovati concordi tutti i Paesi europei.
Innegabile è l'importanza del ruolo del no profit, del volontariato e delle Fondazioni, da sempre impegnate nel supportare e spronare le istituzioni in temi etici quali le cure palliative e la terapia del dolore»


Epidemia di Ebola e Unione Europea. «Prendiamo atto della severità dell'epidemia in atto in Africa occidentale, così come affermato dall'OMS, e della necessità del ricorso a risorse straordinarie per contenerla e arrestarla;
-rileviamo con soddisfazione che l'OMS ha preparato una "Ebola Response Roadmap" per raggiungere tale scopo e che l'Unione Europea ha già messo a disposizione, attraverso i meccanismi di cooperazione e di aiuto umanitario ingenti risorse;
-è intenzione degli Stati Membri comunque rispondere all'appello lanciato dall'OMS, anche alla luce delle Conclusioni del Consiglio europeo straordinario del 30 agosto scorso, con ulteriori risorse umane e finanziarie, attraverso gli appositi meccanismi ed organismi;
-nell'Unione, pur considerando che il rischio dell'estensione dell'epidemia ai nostri Paesi è basso, dobbiamo comunque aumentare il nostro grado di preparazione, per rafforzare la capacità di identificazione, trasporto diagnosi e cura di pazienti o sospetti. Ciò si rende necessario soprattutto nell'ipotesi dell'arrivo di qualche caso di importazione, con possibili casi secondari, o di rimpatrio di cittadini ammalatisi in Africa;
-dobbiamo predisporre e diffondere adeguate ed aggiornate informazioni al pubblico e agli operatori;
-è necessario, come il Consiglio ha sottolineato, un maggior coordinamento dell'assistenza fornita dagli Stati Membri a livello dell'Unione, anche in collegamento con alcune Organizzazioni e strutture chiave (ONU e sue Agenzie, compagnie di trasporto, ONG...);
-in particolare, tenendo conto che cittadini europei sono presenti nelle aree affette anche per fornire soccorso ed assistenza, e che quindi c'è la concreta possibilità che qualcuno di essi possa ammalarsi, riconosciamo la necessità di identificare a breve una modalità per il coordinamento delle richieste di evacuazione ed assistenza, di staff e attrezzature sanitarie, in caso di necessità, anche per i cittadini di altri paesi europei.
-Al contempo riteniamo indispensabile che la risposta alla crisi preveda uno sforzo congiunto per aumentare le strutture sanitarie in loco capaci di erogare un'assistenza sanitaria adeguata;
-dobbiamo valutare l'opportunità di ricorrere in questa occasione all'acquisto congiunto di contromisure mediche;
-va incoraggiata la ricerca finalizzata alla scoperta di medicinali per la prevenzione e la cura delle malattie emorragiche, e in primo luogo della Malattia da Virus Ebola;
-dovremo monitorare nel tempo l'efficacia delle misure adottate per decidere in merito al loro mantenimento o eventuali modifiche o cancellazioni».