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Pagamenti Pa, l'aggiornamento del Mef sui debiti in sanità

Il ministero della Salute ha pagato quasi tutti i debiti previsti dal Dl 35/2013 (9,16 miliardi a fronte di 9,19 mld di risorse assegnate). Le Regioni, tra I, II e III tranche hanno pagato ai creditori della sanità circa 10,3 miliardi. E' quanto risulta dall'aggiornamento del ministero dell'Economia e delle Finanze sul pagamento dei debiti delle Pubbliche amministrazioni al 23 settembre 2014.

Sempre riguardo lo stato di attuazione del Dl 35 (I tranche), le Regioni hanno pagato 4,82 miliardi per debiti sanitari a fronte di un importo richiesto e assegnato per il 2013 da 13 Regioni di 5 mld e di un importo effettivamente erogato di 4,82 miliardi di euro. Sulla seconda tranche (stato di attuazione del Dl 102) le Regioni hanno pagato 2,5 miliardi per la sanità, praticamente il totale delle somme erogate dallo Stato e dell'importo assegnato ai sensi dell'art. 13 e in relazione alle richieste pervenute dalle sette Regioni interessate. Per la terza tanche (stato di attuazione Dl 102) le Regioni hanno pagato 3 miliardi ai creditori su un totale 4 miliardi di importo erogato dallo Stato a fronte di un importo di 5,58 mld assegnati alle Regioni sulla base delle richieste.


Gli adempimenti. L'articolo 13 del DL 102/2013 ha previsto la possibilità di anticipare al 2013 l'erogazione di quota parte di risorse già previste per il 2014, stabilendo il termine del 15 settembre 2013 per la presentazione da parte delle regioni dell'istanza di accesso alle somme, il termine del 10 ottobre 2013 per la trasmissione da parte regionale degli atti necessari alla verifica degli adempimenti e l'obbligo per il Tavolo tecnico di effettuare le verifiche di competenza in tempo utile per consentire alle regioni di sottoscrivere il contratto di prestito entro il 20 ottobre. Le regioni devono effettuare i pagamenti entro il 31 dicembre 2013.
Le regioni devono presentare: donea legge di copertura per garantire la restituzione al MEF del prestito; il piano dei pagamenti (elenco dettagliato delle fatture che saranno pagate a valere sulle somme erogate dal MEF), redatto nel rispetto delle prescrizioni del DL 35/2013.

Riguardo la terza tranche, il Mef fa notare che in molti casi le Regioni hanno anticipato con risorse proprie correnti i pagamenti delle fatture comprese nei piani dei pagamenti presentati per l'accesso alle anticipazioni di liquidità, per cui si registrano pagamenti effettuati anteriormente alla rimessa delle somme da parte del MEF (la rimessa del MEF ripristina la liquidità corrente anticipata dalla regioni e quindi va ad incidere, riducendoli, sui tempi dei pagamenti dei debiti di nuova formazione).

I dati generali. Complessivamente al 23 settembre risultano pagati ai creditori solo 31,3 miliardi, a fronte di un finanziamento complessivo ai debitori di 38,4 miliardi. Si tratta del 55% delle risorse effettivamente disponibili.

Il Mef mette in evidenza comunque il forte incremento rispetto alla precedente rilevazione del 21 luglio sia delle erogazioni agli enti debitori per 38,4 miliardi (+8,3 miliardi ovvero +27%). Sia dei pagamenti: 31,3 miliardi (+5,2 miliardi ovvero +20%) già arrivati ai soggetti creditori.

Le istanze di certificazione del credito da parte delle imprese hanno registrato un vero boom, con più di 3.600 richieste nella prima settimana di agosto (più di quattro volte la media dell'anno).


Il reale valore del debito commerciale della Pa. Il debito commerciale delle pubbliche amministrazione, fa sapere il Mef, è una grandezza in evoluzione costante: ogni mese viene estinta una parte del debito attraverso il pagamento di fatture scadute e al tempo stesso nuove fatture arrivano a scadenza integrando il valore del debito scaduto. Poiché non è ancora disponibile un sistema di gestione che coinvolga tutte le amministrazioni, capace di monitorare la maturazione di nuovo debito e l'estinzione di quello pre-esistente, il fenomeno viene valutato attraverso le stime della Banca d'Italia, formulate attraverso sondaggi sul lato dei creditori, e censimenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze realizzati sul lato dei debitori.

Le stime del debito commerciale che la Banca d'Italia rende note in occasione della Relazione annuale vengono erroneamente utilizzate nel dibattito pubblico per indicare il debito scaduto e non oggetto di contenzioso. La stessa Banca d'Italia ha chiarito, nel Bollettino Economico di aprile 2014, che il debito certo, scaduto ed esigibile delle Amministrazioni pubbliche rappresenta considerato "poco più della metà" delle stime del debito complessivo: quindi poco più della metà di 91 miliardi a fine 2012 e poco più della metà di 75 miliardi a fine 2013.

Secondo le stime della Banca d'Italia, il debito commerciale onnicomprensivo stimato alla fine di ciascun anno ha registrato un forte aumento nel triennio 2009-2011 per raggiungere una stabilizzazione nel 2012, segnalando una crescente difficoltà dello Stato a far fronte ai propri impegni commerciali. A fine 2013 si è registrata finalmente una significativa inversione di tendenza (una diminuzione di circa il 18%) grazie ai provvedimenti presi.