Dal governo

La grande fuga (per curarsi in un'altra regione) di 741.647 italiani

di Roberto Turno (www.ilsole24ore.com)

È un esercito di 741.647 italiani con la valigia. Ma non per turismo o in cerca di lavoro all'estero per sottrarsi al grande freddo e ai colpi di maglio della crisi. Sono italiani, in gran parte del Sud, che nel 2013 hanno lasciato casa per ricoverarsi in un'altra regione. Scappati altrove per curarsi, per avere quello che sotto casa, o nella propria regione, non hanno o hanno troppo tardi o hanno con minori sicurezze. E allora via, per i ricoveri «ordinari» per acuti, soprattutto verso Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto. Mentre la grande fuga è dalla Campania, dalla Calabria, dalla Puglia, dall'Abruzzo. Il quadrilatero da allarme rosso del Mezzogiorno delle cure sotto l'ombrello del Servizio sanitario nazionale. Perfino per chi affronta il dramma di un tumore: sono stati ben 52.748 i ricoveri fuori regione per chi affronta il dramma del cancro. Dal Sud al Nord, naturalmente.

Cure in crisi e super tasse
L'atlante della sanità italiana non finisce mai di lasciarci pessime sensazioni. Anche se nel benchmark con buona parte d'Europa non siamo affatto agli ultimi posti, a partire dalla qualità delle cure, e sebbene continuino a ripeterci che le i conti del Ssn si stanno raddrizzando, perfino nelle "regioni canaglia" (del Sud) sotto schiaffo per i maxi vecchi debiti. Fatto sta che tra tagli, piani di rientro dai deficit, extra tassazione locale (al dal Lazio in giù) che cresce, le cose non vanno affatto bene nella sanità pubblica. Tra prestazioni contingentate, tagli di reparti, acquisti (anche fortunatamente, purché si faccia, se mai si farà dappertutto, buona spending review) contingentati, personale carente e sotto stress, per gli italiani trovare posto in ospedale diventa sempre più un'impresa. Da Roma in giù, con rare eccezioni. E così paghiamo spesso un doppio scotto: da una parte siamo sottoposti a tasse e contributi più alti, a ticket alti e a volte impossibili; dall'altra la qualità dell'assistenza tende, soprattutto nelle regioni sotto schiaffo, a diminuire in maniera preoccupante.

I misteri delle «Sdo 2013»
Ed è di questo che danno conto, a leggerli, i numeri del rapporto del ministero della Salute sulle cosiddette «Sdo 2013»: acronimo che sta per «schede di dismissione ospedaliera». La summa dei ricoveri d'Italia, visti sotto tutte le sfaccettature. Tipologia, conti, tipo di prestazioni, erogatori. E numeri, tanti numeri, per centinaia e centinaia di pagine e tabelle. Una di queste voci, appunto, è la «mobilita ospedaliera interregionale». Con tanto di "dare e avere" – ricoveri prestati e ricoveri in uscita – tra una regione e l'altra.

La grande fuga
E proprio i dati della mobilità rappresentano, nelle «Sdo 2013», uno dei segnali delle difficoltà del sistema sanitario pubblico italiano. E poco importa che gli oltre 741mila italiani in «mobilità» nel 2013 siano calati rispetto all'anno prima: sono stati circa 16mila in meno che nel 2012. Il fatto è che, se (e non sempre è un bene) i ricoveri totali sono stati quasi 500mila in meno, la percentuale su di essi di quelli in mobilità intanto è cresciuta. Insomma, anche letta sotto questo punti di vista, la fuga fuori regione resta gettonatissima. Il dramma è grande. Come sanno bene i 741mila che lasciano casa, una popolazione grande due volte quella di Firenze. La falange della sofferenza.

Via dalla Campania per 52mila ricoveri
Nel saldo tra ricoveri in entrata e in uscita, è in testa la Lombardia: +64.825 ricoverati da fuori regione. dagli 11.547 arrivati dalla Sicilia agli 8.311 pugliesi fino ai 7.428 dalla Campania e ai 7.314 calabresi. Un esodo. Che vede poi l'Emilia Romagna al secondo posto: nel "saldo" del dare-avere, ha un attivo di 47.311 ricoveri ordinari per acuti. A seguire in testa la Toscana con un saldo di 25mila ricoveri. E intanto in Sicilia si conta un esodo di 33.234 ricoveri, in Calabria 38.635, in Puglia 39.397. E ben 52.106 in Campania.

Tumori, dramma nel dramma
Poi c'è il dramma nel dramma dei ricoveri per tumori fuori regione. Nel 2013 sono stati in tutto 52.748: 7.402 dalla Campania, 5.416 dalla Calabria 4.853 dalla Puglia. Mentre la Lombardia ne ha ricoverati da fuori regione 15.452, il Lazio 6.508, l'Emilia poco meno di 6mila, il Veneto 4.486, la Toscana 4.422. Un segno in più che si cerca qualità, tempestività di risposte, cure all'altezza. Che mezza Italia non ha abbastanza. Non è un caso, del resto, che per quasi metà degli italiani la sanità sia commissariata o sotto rigida tutela dall'alto.