Dal governo
Medicina, ammessi «con riserva» 2.500 studenti che hanno fatto ricorso, ma il Miur mette i paletti
di Marzio Bartoloni (www.scuola24.ilsole24ore.com)
Una nota del ministero ai rettori spiega come procedere alle iscrizioni in sovrannumero dei 2.500 studenti che hanno vinto il ricorso al Tar dopo essere stati esclusi al test di ammissione a Medicina. Sono ben 2.500 gli aspiranti medici esclusi al test di ammissione nazionale della primavera scorsa che ora potranno iscriversi a Medicina per il nuovo anno accademico dopo aver vinto il ricorso al Tar. Una "vittoria" però monca, perché una nota diffusa nei giorni scorsi dal Miur ha stabilito che potranno iscriversi nell'università dove lo scarto tra il punteggio acquisito e il punteggio del primo classificato risulterà minimo. Qundi non la prima scelta effettuata dagli studenti al momento del test. La nuova telenovela sui test di ammissione a medicina costellata di polemiche e carte bollate - che puntualmente va "in onda" ogni anno - potrebbe essere l'ultima. Il ministero sta infatti continuando a lavorare sul'ipotesi di abolizione del test di ammissione con l'introduzione di uno sbarramento al primo anno.
Le critiche del'Udu e i progetti di riforma del ministero.
La nota del Miur non è andata giù all'Udu, l'Unione degli universitari che dall'inizio ha promosso i ricorsi al Tar e che ora si dice pronta a scendere in trincea ricorrendo di nuovo alle vie legali: «Riteniamo illegittimo il provvedimento perché le ordinanze del Tar sono più che chiare e stabiliscono le immatricolazioni dei candidati nelle sedi presentate in ricorso e poi perché il ministero, pur aprendosi alle immissioni in sovrannumero, non può intervenire su provvedimenti già in essere». L'Udu che boccia lo "sparpagliamento" nei vari atenei di chi ha fatto ricorso da anni è schierata contro i test di ammissione e ne chiede l'abolizione. Una richiesta che dovrebbe essere accontenta presto dal ministro Giannini che più volte ha dichiarato l'intenzione di superare il test d'ingresso per Medicina. Il ministero è al lavoro per presentare nelle prossime settimane una proposta a un tavolo in cui coinvolgere tutti i rappresentanti del mondo universitario. L'idea a cui stanno lavorando i tecnici è quello di abolire i test d'ingresso e di costruire un anno in comune per tutti gli studenti di facoltà affini (medicina, farmaci, biologia) modificando gli ordinamenti per consentire alle matricole di seguire corsi di base utili per tutti i percorsi. Ma con uno sbarramento alla fine del primo anno (si ipotizza anche dopo 6 mesi) che selezioni gli studenti ,perché su un punto la Giannini non vuole tornare indietro come ha chiarito lei stessa: «Non metto in discussione il numero programmato di medici rispetto agli accessi, ma voglio rivisitare completamente il test selettivo».