Dal governo

Fertilità, Lorenzin: «da oggi un tavolo contro l'inverno demografico»

Un tavolo sulla fertilità per combattere il grande «inverno demografico», in Italia e non solo, che «rappresenta una delle fondamentali questioni per lo sviluppo dell'Europa nei prossimi decenni». Lo ha insediato oggi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dando l'avvio di fatto a un articolato piano a lungo termine per promuovere la natalità in Italia. Il tavolo, presieduto dalla ginecologa Eleonora Porcu dell'università di Bologna, è formato da 26 membri con diversi specializzazioni e dovrebbe arrivare entro sei mesi alla stesura di un primo documento di indirizzo. Il problema della denatalità, ha osservato il ministro presentando oggi al ministero della Salute il nuovo gruppo, «è concreto: basti pensare che nel 2012 i nati vivi in Italia sono stati 527.770 contro i 503.745 del 2013; è come se scomparisse una piccola cittadina italiana». È per questo necessario affrontare la questione con «prospettive di lungo termine, perché le politiche sanitarie non devono solo riguardare le emergenze».

Informazione ai potenziali genitori «senza ideologia».
Altro dato che emerge è la grande disinformazione degli italiani su questi temi: «Il motto del nostro lavoro sarà "liberi di scegliere conoscendo" - ha spiegato il ministro - dunque, non si vuole obbligare ad avere figli ma piuttosto il fine è dare informazione ai cittadini perché possano programmare la genitorialità come scelta consapevole». Si tratta dunque di un lavoro, ha tenuto a precisare Lorenzin, «totalmente deideologgizzato; l'obiettivo è invece un'indagine scientifica per fornire strumenti operativi alle famiglie e agli operatori sanitari». Il piano, ha aggiunto il ministro, coinvolgerà naturalmente anche altri dicasteri come quello dell'Istruzione e dell'Economia poiché, ha sottolineato, «ccanto al problema dell'infertilità vi è anche un problema di sostenibilità previdenziale, sanitaria ed economica». «Come medici - ha inoltre affermato Porcu - dobbiamo rendere autonomi i cittadini nel gestire la propria fertilità ma è oggi anche necessario - ha concluso - rispondere all'esigenza formativa esistente nella stessa classe medica, poiché il medico di base rappresenta il primo riferimento per le famiglie».