Dal governo

ANTEPRIMA/ In Parlamento la Relazione annuale sulla cecità. Le attività realizzate con i fondi al contagocce

di Lucilla Vazza

La relazione annuale al Parlamento sulla cecità è arrivata sul tavolo dei presidenti del Senato e della Camera dei Deputati. Nel testo sono illustrate le attività svolte, ai sensi della legge 284/97, per la riabilitazione visiva e la prevenzione dell'ipovisione e della cecità nel 2013. La normativa ha riconosciuto l'utilità della prevenzione in campo oftalmologico sostenendo economicamente tutte le Regioni, per garantire lo sviluppo della prevenzione della cecità e della riabilitazione visiva.

Contrazione dei finanziamenti. Un sostegno che però risente dei pesanti colpi d'accetta della legge di Stabilità sui finanziamenti che sono passati dalla somma di 2.109.382,42 euro, per il 2012, alla - a dir poco irrisoria - cifra complessiva di 189.200 euro per le attività svolte nel 2013. Va detto che la legge 284/97 stanziava a suo tempo 5 miliardi di lire. Su questa situazione paradossale, il ministero della Salute aveva già alzato la voce, sia nella Relazione annuale al Parlamento dello scorso anno, sia al ministero dell'Economia e Finanze, con specifica nota e richiesta di integrazione dei fondi da destinarsi alle attività regionali. Gli stanziamenti sono necessari poiché la riabilitazione visiva dell'ipovedente non è ancora compresa, ad oggi, nei Lea e quindi il funzionamento stesso dei centri di riferimento regionali è possibile solo basandosi sui finanziamenti previsti dalla legge 284/97.

Offerta a macchia di leopardo. Nella Relazione si evidenzia come ancora sussistano su tutto il nostro territorio nazionale condizioni di forte criticità per quanto riguarda l'organizzazione tra le Regioni e talora anche all'interno dei territori regionali, con evidente variabilità nell'offerta quali/quantitativa, sia dei servizi che delle strutture per la riabilitazione visiva. L'Istat ha rilevato che 4,5 persone ogni mille abitanti sono ipovedenti e il numero dei ciechi è stimabile intorno ai 370mila italiani. L'impatto psicosociale della cecità e dell'ipovisione è molto rilevante ed è per questo che anche l'Organizzazione mondiale della Sanità ha richiesto nel nuovo Global Action Plan 2014-2019 un piano nazionale di prevenzione in campo oftalmologico. Nella relazione sono riportate in dettaglio tutte le attività svolte dei centri di educazione e riabilitazione visiva dalle Regione e, nella terza parte del testo, sono riportati i riferimenti normativi, in materia di prevenzione cecità e riabilitazione visiva e gli allegati tecnici.

Tavolo tecnico.
Nel corso del 2013 sono state finalizzate e concordate con la Direzione Generale della Programmazione sanitaria le "Linee di Indirizzo per la riabilitazione visiva" che però, prima di essere eventualmente condivise con le Regioni, devono sottostare ad un approfondimento per specifici aspetti, sia relativamente ai Lea (che ad oggi non comprendono, nell'ambito della specialistica ambulatoriale, le attività di riabilitazione visiva dell'ipovedente), sia per l'accreditamento degli stessi centri. Si legge nella relazione «Le suddette criticità sono state affrontate nel corso dell'anno con la Direzione della programmazione sanitaria, per l'inserimento nei nuovi Lea (ambito della specialistica ambulatoriale) della voce relativa alla "Riabilitazione dell'ipovedente". Solo dopo sarà possibile prevedere sia l'accreditamento dei centri (con i criteri relativi alle attività svolte) sia la presentazione in conferenza Stato-Regioni delle linee di indirizzo in questione». Nel 2013 la Direzione ha lavorato alla stesura del nuovo Piano nazionale di prevenzione (2014-2018) dove è stato inserito un paragrafo relativo all'ipovisione e alla cecità.