Dal governo

Opg, ecco la Relazione al Parlamento: «Verso una nuova proroga della chiusura»

di Rosanna Magnano

Quella decisa lo scorso aprile per gli Opg avrebbe dovuto essere l'ultima proroga. Ma non è affatto certo che questa promessa possa essere mantenuta. «Nonostante il differimento al 31 marzo 2015 del termine per la chiusura degli Opg - si legge nella «Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle iniziative per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari» - sulla base dei dati in possesso del ministero della Salute, appare non realistico che le Regioni riescano a realizzare e riconvertire le strutture entro la predetta data. (...) Sulla base delle valutazioni rese è quindi di nuovo auspicabile un ulteriore diferimento delle termine di chiusura degli Opg».

Le presenze negli Opg, secondo quanto rilevato dalla relazione, sono state in leggera ma costante diminuzione tra maggio e settembre 2014, nei mesi successivi all'entrata in vigore della Legge 81/2014. Al 9 settembre sono infatti 793 gli internati presenti, a fronte degli 880 al 31 gennaio . Un flusso in uscita che va però confrontato con quello in entrata, che nell'arco di un trimestre è stato di circa 10 pazienti al mese per ogni Opg, per un totale di 67 persone a trimestre. Da giugno al 9 settembre si è quindi rilevato l'ingresso di 84 persone.

E' a buon punto il data base elettronico costruito dal ministero della Salute sulla base dei dati delle Regioni: sono state inserite tutte le schede pervenute, con le informazioni relative a 826 soggetti (a fronte degli 847 presenti in Opg). Sono stati dichiarati «dimissibili» 476 persone alla data dell'1/6/2014 e per la quasi totalità è presvisto un percorso terapeutico riabilitativo di tipo residenziale.

Tra i soggetti ritenuti non dimissibili le motivazioni sono perlopiù cliniche (40,2%) accanto alla pericolosità sociale (16,9%) o alla necessità di ulteriori valutazioni (5,6%).

Per quanto riguarda l'utilizzo dei programmi regionali per l'utilizzo dei fondi destinati alla costruzione delle Rems (residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza sanitaria) o al potenziamento dei Dipartimenti di salute mentale, solo sei regioni hanno trasmesso un programma conforme alle indicazioni ministeriali (Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, veneto e Lazio). Altre sette regioni hanno trasmesso programmi non conformi (Piemonte, Lombardia, Umbria, Marche, Molise, Puglia e Sicilia). Le altre non hanno trasmesso nulla. Il numero complessivo dei posti letto progettati è di 990, con un'articolazione di strutture rsidenziali a differente livello di intensità.

Secondo l'associazione StopOpg, la lettura della Relazione va fatta in una chiave positiva: «La relazione dimostra che gran parte degli internati - si legge in una nota - risulta dimissibile, quindi non servono proroghe, né Rems: ora è possibile chiudere gli Opg e spostare gli interventi (e le risorse) per la cura delle persone nel territorio. Ma bisogna fermare i nuovi ingressi».