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Caos test/ Specializzandi a Napoli contro la Giannini che ribadisce: «Nessuna sanatoria per gli esclusi»

Un gruppo di aspiranti specializzandi, almeno 150 giovani medici, che hanno partecipato al test nazionale per l'ammissione alle borse di specializzazione sta manifestando all'interno del Policlinico universitario della Federico II di Napoli, dove è in visita il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, che ha già fatto una tappa, nei Quartieri Spagnoli, nella struttura di una Fondazione che ha creato scuole e percorsi di formazione per l'area.
Gli studenti si sono raccolti nella zona antistante l'ingresso del padiglione 19 e chiedono di incontrare il ministro per avere chiarimenti in merito all'esito della prova che ha creato molte polemiche. Finora i manifestanti non hanno ottenuto di essere ricevuti e la polizia sta presidiando la zona. All'ingresso del ministro hanno urlato «vergogna» e «dimissioni», esponendo lo striscione «Miur bocciato».
Secondo quando riferiscono i manifestanti l'autorizzazione all'incontro con il ministro non sarebbe stata accordata dal rettore. Davanti all'aula è stato schierato un doppio cordone di agenti del reparto mobile.

Test validi: non si torna indietro
Sui test per l'accesso alle specializzazioni in medicina non si torna indietro. Il ministro ha dunque escluso categoricamente ogni ipotesi di sanatoria a favore dei 6mila aspiranti specializzandi rimasti fuori. Lo ha ribadito stasera a Napoli il ministro dell'Università Stefania Giannini. Nel suo intervento di fronte all'intero corpo universitario del Primo e Secondo Policlinico di Napoli, mentre fuori l'aula gli aspiranti specializzandi esclusi rumoreggiavano e invocavano le dimissioni del ministro, Giannini ha ripetuto che «in punta di diritto i test sono validi». Il ministro ha ribadito: «La procedura è stata infettata da un errore materiale che per fortuna non ha inficiato la validità giuridica, sostanziale e scientifica della prova». All'obiezione che si prevede una valanga di ricorsi al Tar la Giannini ha risposto: «Questa è una Repubblica fondata sul lavoro e sui ricorsi, è un fatto patologico ma questo non ci porta a mettere in discussione la validità della prova».