Dal governo

Esclusiva/ Stabilità, ecco il parere-ombra delle Regioni

«E' necessario comprendere quale sia il punto di "rottura" dell'equilibrio in Sanità prima di definire ulteriori manovre». Dopo un'ampia disamina dei tagli al Servizio sanitario nazionale imposti negli ultimi anni - che nel 2015 varranno nel complesso 10 milioni di euro - le Regioni passano al contrattacco. E chiedono al governo di assumersi le proprie responsabilità, a fronte dell'ulteriore scure chiesta dal premier Renzi con i 4 miliardi che inevitabilmente andrebbero a pesare sul Ssn. «Il Patto Salute infatti è fondato sul principio di responsabilità fra le parti "Chi rompe paga", pertanto governo e regioni sono responsabili degli equilibri finanziari e della copertura dei Lea».

E' quanto si legge nero su bianco sul Ddl Stabilità che oggi le Regioni avrebbero finalmente dovuto approvare e che di fatto è slittato per mancanza di accordo proprio sui tagli. Nel documento, che siamo qui in grado di anticipare, le Regioni seguono solo in parte la linea morbida Chiamparino e passano al contrattacco. Chiedono al governo di "sporcarsi le mani" indicando chiaramente dove intervenire, per ottenere quei risparmi che, conti alla mano, alla maggior parte dei governatori sembrano impossibili. «Le Regioni ribadiscono la disponibilità a condividere misure per la razionalizzazione della spesa sanitaria con particolare riferimento ai settori dei beni e servizi, dispositivi medici, spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, dei medical device ad eccezione dei farmaci innovativi e salva vita per la cui definizione si rimanda a una Commissione mista Governo-Regioni-Aifa», tendono ancora la mano i presidenti di Regione. Ma «dev'essere chiaro - si legge poco più avanti -che le manovre di finanza pubblica che prevedono riduzioni del Fsn devono contenere anche i meccanismi di copertura ovvero individuare quali Lea devono essere ridotti ovvero quali costi e per quanto è possibile effettuare la riduzione così da poter ridurre il finanziamento in maniera corrispondente. Se salta questo automatismo che fino ad ora c'è stato ed è stato il cardine del "Patto della Salute", salta la collaborazione istituzionale e quindi il "Patto Salute". Inoltre, è il caso di sottolinearlo, in caso contrario le manovre creerebbero solo disavanzi sanitari e non risparmi in quanto i Lea devono essere garantiti».

Parole di pietra, che aprono una distanza siderale rispetto alla possibilità di un'intesa, a fronte di un governo più deciso che mai a tenere il punto. Materiale vivo su cui lavorare non manca e le Regioni rilanciano con linee guida in otto punti:
a) Concorso positivo delle Regioni alla manovra di finanza pubblica;
b) Riqualificazione della spesa corrente - ivi compresa la spesa sanitaria e le società partecipate - e maggiori investimenti anche in edilizia sanitaria;
c) Contestuale rilancio degli investimenti pubblici attraverso l'esclusione dal pareggio di bilancio degli impegni in capitale non rilevanti ai fini dell'indebitamento netto;
d) Accelerazione dei pagamenti per i debiti commerciali attivando una sinergia istituzionale tra Stato, Regioni ed EE.LL. mediante il Patto di Stabilità Verticale Incentivato ai fini di immettere liquidità a favore delle imprese per gli investimenti pubblici;
e) Anticipazione dell'applicazione dell'equilibrio di bilancio al 2015;
f) Ottimizzazione flussi finanziari delle risorse regionali stanziate nel bilancio dello Stato;
g) Efficientamento e razionalizzazione del Fondo nazionale trasporti;
h) Proposte per la riqualificazione della spesa corrente attraverso l'estensione dell'applicazione dei costi standard anche alle Amministrazioni centrali tenendo altresì conto del processo di riordino istituzionale.