Dal governo

L'allattamento al seno? E' un optional

In ordine sparso, sull'allattamento al seno così come in tanti altri ambiti del federalismo sanitario. E' quanto emerge dalla survey avviata a primavera scorsa dal Tas (Tavolo tecnico sull'allattamento al seno) tra gli assessorati della Sanità regionali e delle Pa di Trento e Bolzano e pubblicata sul sito del ministero della Salute . Obiettivo, verificare se a livello regionale siano effettuati una serie di interventi che si correlano con la promozione dell'allattamento al seno.

Ne emerge un quadro fatto più di ombre che di luci, a partire dall'assenza di un dato epidemiologico complessivo per la mancanza di un monitoraggio a livello nazionale sull'allattamento al seno. Monitoraggio che - ricordano dal ministero - «va esteso anche alle altre aree d'Italia dove attualmente non viene condotto». I risultati della survey mettono in fila le carenze del sistema: manca una estesa conoscenza dei tassi di allattamento in dimissione dai punti nascita e, quando disponibili, «tali dati evidenziano un'ampia variabilità inter-aziendali». Un dato che «fa ritenere che in molti punti nascita non si applichino o si applichino solo parzialmente o senza particolare successo le modalità organizzative e i protocolli assistenziali, che invece sono notoriamente facilitanti l'avvio dell'allattamento al seno».

Il suggerimento è indicare dei referenti o delegati che per ogni assessorato assumano l'incarico di promozione dell'allattamento al seno. Un elemento che aiuterebbe sul fronte della programmazione e della policy, oggi orfane di investimenti e di un coinvolgimento chiaro dei direttori generali delle aziende ospedaliere e universitarie con punti nascita e le aziende territoriali. oggetto della survey.

Ultima nota dolente ma non certo in ordine d'importanza, la formazione universitaria. Da sviluppare: raramente, si spiega infatti nella survey, la formazione utilizza i corsi strutturati di 20 ore dell'Unicef.