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Dispositivi medici, report della Salute: spesa 2013 in aumento del 4,6 per cento

di Rosanna Magnano

Quello dei dispositivi medici è uno dei maggiori driver del miglioramento della salute della popolazione. Un settore ad alto tasso di innovazione tecnologica (un brevetto ogni 50 minuti in Europa), sempre più centrale anche sul fronte dei costi sostenuti dal Ssn: nel 2013 per l'acquisto di dispositivi medici il Ssn ha infatti speso circa 5,6 miliardi di euro (pari al 37,3 % del totale dei costi per acquisto di beni sanitari). Un dato che rispetto al 2012 segna una crescita a livello nazionale del 4,6 per cento. E' la fotografia che emerge dal «Rapporto sulla spesa rilevata dalle strutture sanitarie pubbliche del Ssn per l'acquisto di dispositivi medici» del ministero della Salute.

Sempre nel 2013, il totale della voce "beni sanitari" ha registrato un incremento del 2,9 per cento. Un dato che evidenzia come i dispositivi medici abbiano un incremento più elevato rispetto alle altre componenti dell'aggregato beni sanitari.

Sfondato il tetto di spesa del 4,8 per cento. Non a caso, il tetto di spesa del 4,8% del finanziamento sanitario complessivo, previsto dalla attuale normativa, è stato sfondato di circa 452 mln di euro con una percentuale del 5,2 per cento. Sono solo 5 le regioni che presentano una spesa inferiore al limite previsto, tre delle quali, Campania, Calabria e Sicilia, sottoposte alle regole dei piano di rientro.

Anche se, avverte il rapporto, «sebbene in alcune regioni si siano registrati valori elevati rispetto al tetto previsto gli stessi devono essere valutati con estrema cautela in considerazione del fatto che le modifiche intervenute nelle voci relative ai beni sanitari dei modelli di rilevazione dei conti economici, hanno comportato delle difficoltà interpretative circa la corretta allocazione dei costi nelle nuove voci».


Una spesa fortemente concentrata. A fare la parte del leone dispositivi protesici impiantabili e prodotti per osteosintesi, dispositivi per apparato cardiocircolatorio, dispositivi impiantabili attivi e dispositivi da somministrazione, prelievo e raccolta. Si tratta delle prime quattro categorie della Classificazione nazionale dei dispositivi medici (Cnd) che rappresentano, nel 2013, circa il 54,4% della spesa totale per i dispositivi medici. E si arriva all'80% includendo anche le quattro categorie successive: dispositivi da sutura, dispositivi per medicazioni generali e specialistiche, dispositivi per chirurgia mini-invasiva ed elettrochirurgia, dispositivi di protezione e ausili per incontinenza.

La categoria Cnd a maggiore assorbimento di spesa è rappresentata dai dispositivi protesici e impiantabili e prodotti per osteosintesi, con un valore economico rilevato nel 2013 di oltre 711 milioni di euro, pari al 22% della spesa complessiva rilevata. La seconda categoria Cnd a maggiore spesa è rappresentata dai dispositivi per l'apparato cardiocircolatorio, con una spesa di circa 405 milioni (12,6% del totale), seguita dai dispositivi impiantabili attivi e dai dispositivi da somministrazione, prelievo e raccolta.

Le cifre del settore. In Italia, il settore dei dispositivi medici è caratterizzato da un alto livello di innovazione e mostra un forte dinamismo. Nel 2012 il numero di società produttrici, distributrici o integrate verticalmente di dispositivi medici attive in Italia è pari a pari a 4.940, con un incremento del 200% rispetto al 1994.

Complessivamente le imprese di dispositivi medici impiegano 41.931 lavoratori, con un incremento medio annuo del 9,5% tra il 2004 e il 2012. Il settore ha fatturato complessivamente 13,5 miliardi di euro con un tasso annuo di crescita del 4,7% tra il 2004 e il 2012.

Gli Stati Uniti d'America sono leader mondiale nella produzione e nel consumo di dispositivi. Nel 2013, il mercato statunitense era equivalente a più di 125 miliardi di dollari (Espicom, 2014), con previsioni di un tasso di crescita media annuale dal 2013 al 2018 del 6,1%. Complessivamente il mercato americano rappresenta il 40% del mercato mondiale, seguito dall'Europa che detiene il 25% del mercato, dal Giappone con il 17% e dal resto del mondo con circa il 15 per cento.

In Europa, il settore genera un fatturato di circa 100 miliardi di euro l'anno e impiega oltre 575.000 persone. Il 70% del fatturato totale in Europa è generato in Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, e Spagna.

L'8% circa del fatturato globale è reinvestito in ricerca e sviluppo, equivalente a circa 8 miliardi di euro l'anno e, mediamente, al deposito di un brevetto ogni 50 minuti. In Europa, l'industria dei dispositivi medici si compone di circa 25.000 imprese, il 95% delle quali sono piccole e medie imprese, e principalmente piccole e micro imprese. La stessa compagine è ravvisabile nel mercato statunitense, dove il 67% delle imprese ha meno di 20 dipendenti.