Dal governo

Legge di Stabilità/ Chi perde con la manovra 2015

da www.ilsole24ore.com

Chi perde/Famiglia/Al via il tfr in busta paga
Per i periodi di paga tra il 1° marzo 2015 e il 30 giugno 2018, i lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi i lavoratori domestici e i lavoratori del settore agricolo) potranno richiedere di percepire la quota maturanda del Tfr, compresa quella eventualmente destinata a una forma pensionistica complementare, tramite liquidazione diretta mensile. La parte integrativa della retribuzione è assoggettata a tassazione ordinaria e non è imponibile sotto il profilo previdenziale.

Chi perde/Famiglia/Il prelievo sui Fondi
Per i fondi pensione è previsto un inasprimento fiscale, seppure con la contestuale introduzione di un credito di imposta: viene innalzata l'aliquota di tassazione dall'11 al 20% per i fondi pensione e dall'11 al 17% per la rivalutazione del Tfr. La maggiore imposta verrà, però, in parte restituita sotto forma di credito d'imposta a chi sostiene investimenti a medio e lungo termine che verranno fatti in economia reale, sull'intero mercato europeo, per finanziare interventi mirati come ad esempio sul welfare o alla riqualificazione di immobili (si pensi alla cassa dei medici che potrebbe intervenire per riqualificare strutture sanitarie). Attenzione però: il credito sarà soggetto a una sorta di «rubinetto», in pratica potrà essere speso nei limiti che saranno indicati dall'Esecutivo.

Chi perde/Famiglia/ Polizze vita tassabili
Limitata l'esenzione Irpef per le polizze vita. Non saranno soggette a tassazione solo le parti di capitale erogate in caso di morte dell'assicurato a copertura del «rischio demografico. Con questa definizione s'intende la differenza tra la durata della vita di una persona e la durata media della vita della popolazione. Il calcolo viene in base alle statistiche su età, sesso, provenienza sociale e geografica.

Chi perde/Aziende/ Minimi: doppio limite
Il maxiemendamento del Governo conferma in gran parte il disegno del regime forfettizzato, destinato a sostituire dal 2015 il regime dei minimi. L'aliquota dell'imposta passerà dal 5 al 15% e resta la regola secondo cui nel nuovo regime i redditi verranno determinati con coefficienti applicati a ricavi o compensi che vanno dal 40% (per esempio commercio all'ingrosso e al dettaglio) all'86% (costruzioni e attività immobiliari). Anche le soglie di ricavi o compensi con condizionano l'accesso e la permanenza variano in base alle attività: la più bassa, per i professionisti, è 15mila euro (non più 30mila euro). Il maxiemendamento introduce però un altro limite: per i "minimi" che hanno anche redditi di lavoro dipendente o pensione, quando il reddito totale supera i 20mila euro, il reddito di lavoro autonomo deve comunque essere superiore a eventuali altri redditi di lavoro dipendente o pensione. Una misura che escluderà dal regime forfettizzato quasi tutti coloro che svolgono già un'altra attività.

Chi perde/Aziende/ La Pa versa l'Iva allo Stato
Con il meccanismo dello split payment, l'Iva sulle prestazioni di servizi e le cessioni di beni effettuate nei confronti della pubblica amministrazione sarà versata direttamente dagli enti pubblici. In pratica, i fornitori della Pa riceveranno le somme loro spettanti al netto dell'Iva. La novità normativa non ha effetti sulle somme "teoriche", ma ridurrà la disponibilità di liquidità delle imprese, che di fatto vedranno entrare in cassa meno denaro. La misura entra in vigore già dal 1° gennaio, ma resta l'incognita della valutazione dell'Unione europea.

Chi Perde/Aziende/ Riserve charge verso la Gdo
Una filosofia analoga a quella dello split payment anima l'estensione del reverse charge sulle forniture effettuate verso supermercati, ipermercati e discount alimentari. In pratica, il fornitore del supermercato incasserà le somme al netto dell'Iva, mentre l'imposta sarà versata all'Erario direttamente dal cessionario (cioè il supermercato).

Chi perde/ Altre misure/Il limite per la prima casa
Il primo intervento della legge di Stabilità rispetto alle tassazione immobiliare blocca anche per il 2015 l'aliquota massima della Tasi al 2,5 per mille sulla prima casa, evitando così che i Comuni possano far lievitare l'aliquota fino al 6 per mille. Resta per ora nel cassetto il progetto della local tax con una detrazione fissa per tutti le abitazioni principali.

Chi perde/Altre misure/Sì allo 0,8 per mille in più
Anche per il 2015 viene concessa ai Comuni la possibilità di giocarsi un aumento extra dello 0,8 per mille delle aliquote Tasi, suddividendolo tra abitazione principale e altri immobili. Resta così possibile arrivare fino a una tassazione massima dell'11,4 per mille sulla categoria altri fabbricati (Imu + Tasi) o del 3,3 per mille sull'abitazione principale (solo Tasi: in questo caso, il Comune deve prevedere delle detrazioni).

Chi perde/Altre misure/ Nessun limite ai controlli
Il maxiemendamento presentato dal Governo limita leggermente i vantaggi per i contribuenti. Da un lato, si prevede che dopo il verbale la sanzione sarà ridotta solo a 1/5 anziché a 1/6 (tranne che per la mancata emissione di scontrini, ricevute o documenti di trasporto). Dall'altro, si mette nero su bianco che il pagamento non preclude accessi, ispezioni, verifiche o altre attività di controllo e accertamento.

Chi perde/Altre misure /Rateazione preclusa
Uno dei limiti che potrebbero bloccare o non favorire a pieno il nuovo ravvedimento operoso è costituito dalla preclusione dei versamenti a rate. In un periodo di scarsa liquidità rischia di trasformarsi in un disincentivo e di vanificare, in parte, l'appeal delle sanzioni ridotte e del maggior tempo a disposizione per sanare la propria posizione con il fisco.

Chi perde/ Altre misure/ Rincaro da 96 milioni
Sale al 22% l'aliquota Iva applicata sul pellet in legno, che alimenta stufe da riscaldamento in ambito domestico e industriale. L'aliquota attualmente prevista è quella del 10% e l'aumento del prelievo, secondo la relazione tecnica, dovrebbe portare maggiori entrate pari a 96 milioni di euro. Sempre stando alla relazione tecnica, l'Italia è il maggior mercato europeo del pellet, con un consumo annuo di 3,3 milioni di tonnellate.

Chi perde/Altre misure/Ma la legna resta al 10%
L'aumento della tassazione ha subito scatenato le proteste degli operatori del settore, dal momento che si tratta di un rincaro che avviene dopo gli investimenti effettuati negli anni scorsi da famiglie e imprese per l'acquisto delle stufe e dal momento che la legna da ardere continuerà a beneficiare dell'aliquota al 10%.