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Ricoveri in calo nei primi sei mesi del 2014

Pubblicati sul sito del ministero della Salute i dati relativi all'attività di ricovero elaborati sulla base delle schede di dimissione ospedaliera relative al primo semestre 2014: il tasso di ospedalizzazione in acuti si riduce da 107 a 98,5 dimissioni per 1.000 abitanti in regime ordinario e da 37 a 29,6 dimissioni in regime diurno per 1.000 abitanti. Il tasso complessivo per acuti si riduce da 144 a 128 dimissioni per 1.000 abitanti. Permane la variabilità regionale e aumenta la mobilità interna ma nel complesso la remunerazione si attesta a circa 12,6 miliardi di euro per l'attività per acuti (di cui 11,55 miliardi in regime ordinario e 1,04 miliardi in regime diurno), a poco più di un miliardo di euro per l'attività di riabilitazione (di cui circa 35 milioni per il regime diurno) e a circa 223,3 milioni per l'attività di lungodegenza, per un totale di circa 13,8 miliardi di euro complessivi.

Nel primo semestre 2014 - spiegano dalla Dg Programmazione sanitaria che ha basato l'analisi sui dati provvisori disponibili nel Nuovo Sistema informativo sanitario del ministero della Salute alla data del 2 dicembre 2014 - sono state erogate 3.208.701 dimissioni per acuti in regime ordinario e 920.757 in regime diurno (queste ultime pari al 22,3% del totale delle dimissioni per acuti), 169.429 dimissioni in riabilitazione (di cui poco più del 92% in regime ordinario) e 53.571 dimissioni per lungodegenza. Il tutto corrisponde a 21.778.462 giornate per acuti in regime ordinario e 1.716.604 accessi in regime diurno, 4.244.555 giornate in riabilitazione (di cui oltre il 95% in regime ordinario) e 1.498.229 giornate in lungodegenza.
Rispetto al primo semestre dell'anno precedente, nella prima metà del 2014 si osserva una generale diminuzione del volume di attività erogata (che potrebbe risentire però anche di una stagionalità del dato): il numero complessivo di dimissioni per acuti, riabilitazione e lungodegenza passa da 4.782.288 a 4.352.458 unità, con una diminuzione di circa il 9%; il corrispondente volume complessivo di giornate passa da 31.092.743 a 29.237.850, con una riduzione del 6% circa.

Entrando nel dettaglio, il numero di dimissioni per acuti in regime ordinario nel primo semestre 2014 passa da 3.419.669 a 3.208.701 unità, con una riduzione del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2013, mentre il corrispondente volume di giornate si riduce del 5,3% (da 23.003.068 a 21.778.462 unità); il numero di dimissioni per acuti in regime diurno mostra una riduzione più marcata (-18,5%), passando da 1.129.535 a 920.757 dimissioni, e da 2.243.081 a 1.716.604 giornate
(-23,5%). Il numero di dimissioni per riabilitazione in regime ordinario si riduce del 2,9% (da 160.835 a 156.245 unità), mentre il corrispondente volume di giornate rimane praticamente costante (-0,7%, da 4.090.892 a 4.062.792 unità), coerentemente con l'aumento della degenza media osservato, che passa da 25,4 a 26 giorni; l'attività di riabilitazione in regime diurno mostra una riduzione più marcata: -22% per le dimissioni (da 16.912 a 13.184 unità) e -14,6% per le giornate (da 212.828 a 181.763 unità).
Infine, per l'attività di lungodegenza si osserva una riduzione delle dimissioni da 55.337 a 53.571 unità (-3,2%) e delle giornate da 1.542.874 a 1.498.229 unità (-2,9%).

La mobilità. La mobilità complessiva a livello nazionale per acuti in regime ordinario e in regime diurno è pari, rispettivamente, al 7,6% (era 7,4% nel primo semestre 2013 e si è attestata a 7,6% nell'intero anno) e al 8,7% (era 7,9% nel primo semestre 2013, poi stabilizzato a 8% nell'intero anno). Complessivamente in Italia, poco meno di 8 ricoveri per 1.000 abitanti (attività per acuti in regime ordinario) avvengono fuori regione, con un ampia variabilità regionale: la quota più alta di ricoveri in regime ordinario fuori regione si riscontra in Molise, Basilicata, Valle d'Aosta e Calabria, mentre la quota più bassa, sempre in regime ordinario, in Lombardia, P.A. di Bolzano, Veneto, Friuli e Toscana.

Le cause di ospedalizzazione. La principale causa di ricorso all'ospedalizzazione in regime ordinario, pur non costituendo una condizione patologica, è rappresentata dal parto con 137.765 dimissioni per parto naturale e 74.713 dimissioni per parto cesareo senza complicanze.
Escludendo il parto, le principali cause di ospedalizzazione sono riconducibili a patologie cardiovascolari (drg 127 – Insufficienza cardiaca e shock) e respiratorie (drg 087 – Edema polmonare e insufficienza respiratoria), interventi chirurgici per sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori (drg 544).