Dal governo

Legge di Stabilità/ Chiamparino: «Chiediamo incontro al governo per chiarire la questione tagli»

Senza un chiarimento con il governo «non possiamo fare delle proposte, che possono essere più d'una, e arrivare a un'intesa, che è possibile». Così al termine della Conferenza dei presidenti di oggi il leader Sergio Chiamparino tende l'ennesima mano all'esecutivo. Andati falliti gli incotri informali tenutisi prima dell'approvazione della legge di Stabilità, oggi quindi le Regioni rilanciano.

«Oggi - spiega ancora Chiamparino - abbiamo affrontato il tema dei tagli di 4 miliardi, che in realtà sono di 5 miliardi e 670 milioni, se consideriamo le misure che venivano dalle precedenti leggi di Stabilità. Abbiamo discusso di alcune ipotesi, con l'obiettivo di arrivare ad un'intesa tra le regioni». Per Chiamparino serve «una precisazione normativa sul cosiddetto patto verticale, che essendo del valore di 1 miliardo può essere fondamentale ai fini della ripartizione».

Fino a oggi quel segnale atteso dal governo è mancato: di fatto la legge di Stabilità ha recepito, tra le proposte arrivate dalle Regioni e in più modificandola, soltanto quella relativa al Patto verticale incentivato. E se la controproposta su come e dove tagliare non arriverà entro fine gennaio, Renzi potrà agire con un Dpcm che porrà fine al dibattito. I governatori, o almeno buona parte di essi, non ci stanno. E' di ieri lalettera inviata dall'assessore toscano Enrico Rossi a Chiamparino , in cui si chiede di «rilanciare il ruolo e la funzione che le Regioni svolgono nell'attuale assetto istituzionale». Da settimane, poi, l'assessore al Bilancio della Lombardia Massimo Garavaglia, che ha guidato per le Regioni il tavolo delle trattative sui tagli ex legge di Stabilità, ripete incessantemente che «questa manovra è insostenibile e comporterà inevitabilmente sia l'addio ai trasferimenti dallo Stato alle Regioni, sia l'innalzamento delle imposte in molte amministrazioni sia un taglio da almeno 1,5 miliardi del Fondo sanitario nazionale.

Oggi infine Stefano Caldoro (Campania) ha rilanciato il ruolo delle Regioni in tema di parere sulla legge di riforma costituzionale, altro tema all'ordine del giorno e strettamente connesso con il destino della sanità in questo Paese: «C'è una chiara volontà delle Regioni di essere protagoniste del processo di riforma che le riguarda e che non può essere gestito dall'alto, come architetti». Caldoro è apparso soddisfatto per il fatto che il tema dell'autoriforma delle Regioni sia stato affrontato anche dal presidente della Conferenza Chiamparino. «Credo sia un passo avanti parlare di autoriforma delle Regioni prevista anche dall'articolo 132 - ha aggiunto Caldoro - è un processo che va avviato dal basso, utilizzando l'articolo 132, che prevede appunto poteri sostituitivi. Noi siamo pronti».