Dal governo

Stabilità 2015, le Regioni rinunciano a 2,2 miliardi di aumento del Fsn e a 500 mln destinati all'edilizia sanitaria

D'accordo su una proposta unitaria da presentare al Governo sul patto verticale incentivato, le Regioni si sarebbero accordate per un taglio da 2,2 miliardi, pari all'aumento del Fondo sanitario nazionale previsto dal Patto per la salute per il 2015. A dare l'annuncio per prima è stata la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, all'uscita dalla Conferenza Stato-Regioni: «Abbiamo trovato una proposta unitaria sul patto verticale incentivato e siamo in grado di fare una proposta al governo. Su 5,7 miliardi di tagli, la sanità è colpita per 2,2 miliardi. Ma non sono tagli, é la rinuncia all'aumento previsto dal Patto per la salute».

A confermare le prime dichiarazioni di Serracchiani è il presidente Sergio Chiamparino, secondo cui sui tagli previsti dalla legge di stabilità le Regioni sarebbero «molto vicine a raggiungere una posizione unitaria. Mancano dei dettagli, ma non sarebbe la prima volta che un dettaglio rimette in discussione tutto. Il 28 ci sarà una conferenza straordinaria in cui ritengo arriveremo a una proposta, che mi auguro il governo possa accettare».

L'ipotesi complessiva sul piatto, oltre all'intesa sul patto verticale incentivato che dovrebbe fruttare circa un miliardo, prevederebbe di ricavare altri 1,5 miliardi dai fondi strutturali. Ancora, 500 mln di risparmi arriverebbero dai tagli alle risorse per l'edilizia sanitaria e circa 150 mln dal Tpl. Poi, il taglio che pare inevitabile al Fondo sanitario nazionale, malgrado la ferma opposizione che fino a oggi è arrivata rispetto a questa prospettiva dalla ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Le Regioni sembrano ormai incamminate su questa via, mentre si confermerebbe la richiesta di reinvestire tutti i risparmi ottenuti in sanità.