Dal governo

Manovra, Regioni: conto salato per i privati 1,1 mld da beni e servizi, 482 mln dai farmaci e 287 mln dalle case di cura

di Red. San.

Tagli per la spesa di beni e servizi, per i farmaci, per i privati accreditati col Servizio sanitario nazionale. In totale 2 mld. È di 2 mld in totale il risparmio che le Regioni contano realizzare quest'anno, per evitare la diminuzione del Fondo sanitario di analogo importo. «Così non tagliare i servizi ai cittadini», è la tesi dei governatori. Affermazioni che scateneranno un nuovo, durissimo scontro con le categorie coinvolte.

Dalle farmaceutiche ai dispositivi medici alle cliniche private.
Giochi in corso. I giochi non sono ancora fatti, ma potrebbero essere molto vicini alla conclusione. Sempreché tutte le Regioni siano d'accordo (il Veneto non ci sta) e se il Governo darà l'ok in Conferenza Stato-Regioni, che potrà essere convocata quando sarà nominato il nuovo ministro per gli Affari regionali dopo l'addio di Maria Carmela Lanzetta. Intanto però i governatori hanno smesso nero su bianco un documento che indica dove e quanto e come risparmiare.
Dove incide il bisturi dei tagli. Le voci nel mirino sono fondamentalmente tre. Anzitutto l'acquisto di beni servizi che dovranno comportare una minore spesa per 1,168 mld tra prezzi di riferimento, regolamento ospedaliero, taglio del tetto (da 4,4% a 4%) per i dispositivi medici, il monitoraggio dell'Anticorruzione e della Consip sui prezzi di riferimento. Quindi la farmaceutica, che contribuirebbe in totale per 482 mln, con il tetto per la territoriale ridotto dello 0,15% (dall'11,35 all'11,20%) che abbasserebbe la spesa di 195 mln, e l'asticella della farmaceutica ospedaliera ridotta dello 0,25% (da 3,5 a 3,25%) cona minore spesa di 287 mln. Terzo step, le prestazioni dai privati, in sostanza le case di cura accrediitate, con 350 mln di minore spesa a loro favore.
Farmaci, nuovo Prontuario anticipato? Ma la partita dei risparmi cui stanno pensando i governatori non finisce qui. Anche perché le Regioni temono che con i nuovi Lea, che secondo le stime del ministro Beatrice Lorenzin costerebbero 415 mln in più l'anno, spesa che i governatori vogliono "ammortizzare", sempreché i calcoli del Governo siano veritieri. Intanto i tecnici locali saranno chiamati presto a una verifica perché i governatori temono che i Lea costeranno ben di più delle previsioni ministeriali. E in ogni caso chiederanno di anticipare a fine giugno l'aggiornamento del Prontuario farmaceutico, invitando il Governo a fare pressing sul'Aifa per la messa a punto tempestiva del "listone" dei farmaci a carico del Ssn. Facile immaginare che tanta fretta nasce dalla voglia di realizzare altri risparmi.