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ANTICIPAZIONE/ Silenzio-assenso per migliorare l'efficienza: la proposta di Trento, Bolzano e Fvg alla Stato-Regioni

In materia di consenso informato del paziente ci sarebbero regole di fatto «inapplicabili», per questo le Province autonome di Trento e Bolzano e la Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia chiedono alla Conferenza Stato-Regioni, che si ridiscuta la norma del Dlgs 196/2003, che limita l'utilizzo dei dati sanitari del paziente al di fuori dello stretto recinto dei sanitari coinvolti nel percorso di cura. Spiegano gli scriventi «La finalità di limitare il trattamentoi dei dati al solo personale che ha preso in carico il paziente, da punto di vista pratico e organizzato è di fatto inapplicabile, in quanto presupporebbe la mappatura a monte di tutti i possibili percorsi di cura del paziente all'interno delle strutture sanitarie. Così per esempio i dati non possono essere poisti a diposizione ai medici di un altro reparto, se non fanno parte dell'equipe medica che cura il paziente».
A tal fine si propone di prendere spunto dalla normativa in vigore in Germania e in Austria dove in mancanza di una negazione del paziente, i dati sanitari possono circolareall'interno della struttura tra medici di un altro reparto sulla base del principio del silenzio-assenso: «All'estero, le direttive europee in materia di dati personali nell'ambito sanitario sono state ratificate nel senso di un silenzio-assenso».
Il vantaggio sarebbe di una maggiore completezza e celerità delle scelte terapeutiche del medico chiamato in causa. In conclusione, una diversa interpretazione del consenso informato, potrebbe agevolare i tempi, garantendo comunque il rispetto della riservatezza di ogni paziente.