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Ddl concorrenza, Montaldo: «Regioni preoccupate, a rischio fasce deboli e farmacie periferiche»

«Le iniziative per la liberalizzazione della distribuzione dei farmaci, o di parte di essa, destano preoccupazione nelle Regioni». A esprimere l'inquietudine del sistema regionale è il vicepresidente della Liguria, Claudio Montaldo che presiede il Comitato di settore del comparto Regioni-Sanità e che ha inviato nei giorni scorsi una lettera al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e ai ministri della Salute e dello Sviluppo economico, Beatrice Lorenzin e Federica Guidi.

Secondo Montaldo c'è il rischio di «creare un grave danno per la fascia più debole della popolazione assistita dal servizio sanitario e di colpire le farmacie periferiche». Il vicepresidente ligure sottolinea poi che «la misura prospettata è in assoluta contraddizione con quanto scritto nel Patto per la salute», laddove «le farmacie sono considerate parte del sistema sanitario e uno strumento per fornire servizi in modo capillare anche nei territori meno densamente abitati».

«La farmacia, a differenza di un qualsiasi punto di distribuzione commerciale – spiega Montaldo - può offrire informazioni, assistenza e consigli ai pazienti ed è ormai in molti casi servizio Cup per prenotazioni e pagamento ticket, rivolto in particolare agli anziani e alle persone con maggiore difficoltà, fino alla vera e propria presa in carico di malati cronici».

Non è un caso che «la nuova convenzione con le farmacie, che stiamo per cominciare a discutere con le associazioni rappresentative del settore vada proprio in questa direzione».

«La nuova convenzione si fonda, infatti - spiega Montaldo - su una visione innovativa della farmacia, strumento non più di mera dispensazione di medicinali, ma di servizi di consulenza, di supporto e di prevenzione».

Va poi considerato, scrive ancora Montaldo, che il «maggiore controllo delle prescrizioni, gli acquisti centralizzati e i tetti alla spesa farmaceutica territoriale e la parziale liberalizzazione, con la nascita delle parafarmacie hanno ridotto i volumi di attività, creando consistenti difficoltà proprio alle farmacie rurali e a quelle decentrate che sono quelle più importanti per garantire la capillarità del servizio».

«La liberalizzazione, così come viene prospettata – conclude Montaldo - metterebbe in difficoltà sicuramente questa parte di imprese e di conseguenza la popolazione di riferimento, senza considerare gli aspetti occupazionali».